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L’Italia è undicesimo Paese al mondo per mortalità dovuta a polveri sottili

in collaborazione con ITALPRESS

ROMA – Clima e salute, un binomio ormai indissolubile. Se n’è discusso all’Istituto superiore di Sanità con l’occasione di una tavola rotonda dedicata alla riflessione sul rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change, pubblicata su The Lancet, frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo – tra cui l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la Banca mondiale, il University College di Londra e l’Università di Tsinghua – che ha analizzato 41 indicatori chiave, suggerendo quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Il nostro Paese, secondo Lancet, è tra i primi posti in Europa e undicesimo nel mondo per mortalità da polveri sottili. Solo nel 2016 sono state ben 45.600 le morti premature da Pm2.5’ (281.000 in tutta Europa), con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa. A rischio sono soprattutto bambini e neonati che hanno sistemi immunitario e respiratorio ancora non del tutto sviluppati.

Ma l’Italia è anche un laboratorio straordinario, grazie alla sua posizione geografica e all’estrema eterogeneità meteo-climatica, per poter studiare e mettere a punto strategie e azioni capaci di mitigare e contrastare i cambiamenti climatici.

“Questo incontro – ha dichiarato Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – è stato voluto per sottolineare l’impegno dell’Istituto sul tema dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute, un tema che per l’Istituto ha un valore assolutamente strategico. Costruire un futuro sostenibile deve essere per tutti un impegno imprescindibile perché la nostra salute e soprattutto quella delle generazioni future passa attraverso la salute del pianeta. Stiamo lavorando perché anche l’Istituto possa testimoniare al più presto un modello di sostenibilità nell’organizzazione e attraverso le buone pratiche. Tutte le Istituzioni, ma anche i cittadini sono chiamati a un’inversione di marcia nelle politiche e nei comportamenti individuali. Insieme, riscrivere il profilo italiano di Lancet Countdown è possibile. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

“La salute umana e la salute del pianeta – ha sottolineato Paolo Vineis, docente di Epidemiologia ambientale dell’Imperial College of London – sono strettamente connesse. Vanno perciò incentivati gli interventi in settori come i trasporti, la produzione di energia pulita o l’alimentazione, che migliorano la salute dei cittadini e che contribuiscono di pari passo in modo sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico”.