Dalla parte dei cittadini

L’obbligo di mantenere i figli durante la separazione

Quando i coniugi si separano una delle cause più frequenti di attrito tra gli stessi è costituita dal versamento che il coniuge più “ricco” deve corrispondere non solo all’altra parte (“più debole”), ma anche ai figli. Davanti ai giudici è vergognoso il comportamento di molti padri che discutono animosamente per sottrarsi al pagamento di somme che ingiustamente ritengono elevate. Ed è inutile far comprendere loro che i figli non debbono soffrire economicamente per la separazione dei genitori, atteso che un maggior esborso di denaro consente, ad esempio alla madre, di poter soddisfare le esigenze, sempre più numerose, dei figli.

Più avvilente è, a volte, il comportamento di quei padri i quali, pur percependo uno stipendio adeguato, davanti al giudice cercano di dimostrare che non basta neanche per le proprie necessità. Così, a Catania, un padre che svolgeva l’attività di cuoco – pur percependo uno stipendio di € 1000,00 al mese – sosteneva di non poter mantenere la figlia. Quest’ultima, pertanto, tramite la madre, ha presentato querela per violazione dell’art 570 c.p. ( mancata assistenza familiare).

In Tribunale e successivamente in Corte d’Appello il padre è stato assolto sul presupposto che, in punto di fatto, lo stipendio di € 1000,00 non gli consentiva di mantenere la figlia minorenne. Dello stesso avviso, però, non è stata la Cassazione davanti alla quale è andato a finire il caso, dietro impugnazione del pubblico ministero.

Ebbene, la Corte Suprema, con sentenza n. 48459 del 4 Dicembre 2013 – accogliendo il ricorso della Procura di Catania contro l’assoluzione “’perché il fatto non costituisce reato”- ha statuito che il modesto stipendio percepito dal padre non esonera lo stesso dall’obbligo di non far mancare gli alimenti alla figlia minorenne. Infatti, “solamente l’assoluta incapacità economica, consente di ritenere incolpevole l’omessa prestazione dei mezzi di sussistenza ai figli minorenni”.