PALERMO – Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc all’Ars, tuona contro il governo nazionale che non fornisce la Sicilia di presidi sanitari. “Nonostante la Sicilia sia tra le regioni dove il contagio da coronavirus è stato contenuto grazie alla disciplina dei cittadini che hanno accolto l’invito a restare a casa – ha detto Lo Curto – ad oggi lo Stato ha fatto ben poco per tutelare la salute dei siciliani non rispondendo alle richieste del governo Musumeci rispetto alla fornitura di presidi sanitari. Sono stati consegnati poco più di 500 kit diagnostici, a fronte di una richiesta per 500mila unità. Nemmeno i ventilatori polmonari sono finora arrivati nella nostra Isola, utili alle terapie intensive e sub intensive. Dalla Sicilia, in tal senso, era arrivata a Roma una richiesta per 416 ventilatori polmonari, ma ne sono stati consegnati solo 16”.
Lo Curto ha ribadito che dall’emergenza si potrà uscire solo se l”epidemia verrà sconfitta in maniera omogenea. “L’epidemia deve essere affrontata con un”azione ad ampio raggio che non lasci indietro alcune regioni – ha concluso – L’Italia uscirà da questo incubo solo se agirà unitariamente nella lotta al coronavirus”.
Ed è ancora polemica per la richiesta del presidente della Regione, Nello Musumeci di riconoscimento dei poteri previsti dall’articolo 31 dello Statuto siciliano e cioè di disporre delle forze di polizia e ove necessario di quelle armate. Andrea Piraino, presidente di Unità siciliana – Le Api, non si spiega come mai Musumeci in seguito abbia rilasciato dichiarazioni diverse dicendo di non avere chiesto poteri speciali. “Noi abbiamo deliberato perché la commissione paritetica e quindi lo Stato ci faccia sapere se questo art. 31 può essere o meno applicato – ha dichiarato Musumeci -. Non c’è alcuna richiesta di poteri speciali. Non ne abbiamo mai chiesti. E non ne chiederemo. Il potere è già nello Statuto. Lo Stato deve soltanto dirci se vuole negare questa norma così come ha fatto con tante altre o se possiamo metterci intorno a un tavolo e discutere. Ma possiamo parlarne dopo essere usciti da questa triste avventura”. Piraino critica la richiesta di applicazione di una norma “motivandola con la necessità che impone una situazione di emergenza della massima gravità e poi concludendo il ragionamento a supporto con una dichiarazione di disponibilità a parlarne quando si sia usciti dall”emergenza evocata per chiederla è veramente cosa difficile da capire”. Ma è la questione di merito a cui tiene Piraino. “Musumeci e con lui i suoi consiglieri hanno commesso un gravissimo errore da paragonare a quelli di grammatica che alle elementari ci venivano fatti rilevare con un segnaccio blu – ha detto Piraino -. Hanno infatti trasformato in un potere eventuale e straordinario, da riconoscere da parte dello Stato al presidente della regione “in casi particolari e in contesti di emergenza”, quella che il primo comma dell”art. 31 dello Statuto definisce come una prerogativa certa e ordinaria del presidente e del governo siciliano (“Al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il Presidente della Regione a mezzo della polizia di Stato, la quale nella Regione dipende disciplinarmente, per l’impiego e l’utilizzazione, dal Governo regionale”). Abdicando così, sotto un profilo qualificante ed irrinunciabile come l’ordine pubblico, alla identità della Sicilia quale istituzione regionale autonoma e paritaria (ex art. 114 Cost.) di fronte allo Stato. Quanto, poi, alla possibilità del presidente della Regione di chiedere l’impiego delle forze armate dello stato – ha concluso Piraino – è evidente che si tratta di altro problema, questo sì da affrontare volta per volta quando le circostanze dovessero richiederlo. Sovrapporlo o confonderlo con il primo è errore gravissimo. Conduce all’isolamento politico ed istituzionale”.