Una cosa è chiara di questa tornata elettorale in Sicilia, soprattutto a Catania. Sarà una tragedia greca. Tra Ifigenie pronte al sacrificio e delitti tra consanguinei, tutti gli ingredienti che hanno fatto la fortuna di Eschilo e Sofocle sono in scena.
Ma uno sarà protagonista nel coro delle coefore, l’uomo per cui le Orestiadi già vanno strette, Raffaele Lombardo. Lui ha deciso di interpretare un dramma totalmente nuovo, per quanto di antico sapore. Si chiamerà Lombardeide. I prodromi sono cominciati con il canto delle coefore, il mondo lombardiano è molto maschile, gioiosi per la rinascita dopo dodici anni a cantare lutti. Sabato ha schierato le truppe, issato i vessilli, si parla di tre liste, rullato i tamburi di guerra. A Lombardo bisogna dare un nemico, ed il nemico è giunto sotto forma muliebrica, Valeria Sudano. Che per uno refrattario, per scelta sacerdotale, al fascino del gentil sesso è avversario ideale. Ma è il compagno di vita e di avventura politica, Luca Sammartino, il suo bersaglio grosso. Lo accusa di tramare come un figlio, solo per età, parricida, anzi regicida. Come si permette costui di scalzare una generazione esperta, che tanto ha aspettato, dopo anni di limbo giudiziario, il momento propizio per riprendersi la scena della polis più greca, dal punto di vista scenico, dell’isola?
Lombardo ha addirittura dissepolto una scongiura antica, la sua candidatura a sindaco, innalzata come una spada di Damocle sulle teste del centrodestra. Sappiamo, noi poveri aruspici, che scrutiamo il volo degli uccelli e le interiora dei “masculini” alla Pescheria, che questa minaccia è probabile come l’allegria delle Parche. Il candidato di Lombardo, a meno che le Erinni non confondano Athena Meloni, è Ruggero Razza, l’ex enfant prodige della destra catanese, ex Assessore alla Sanità, e la minaccia di autocandidatura serve solo a spaventare il centrodestra. Quello che di sponda sta facendo il suo dioscuro occidentale, con antitetica scelta, Totò Cuffaro.
Tutto questo porterà alla spaccatura del centrodestra catanese. In cui il centrosinistra, non essendo riuscito ad allargare il campo, rischia di non riuscire a entrare. Poteva farlo se avesse dato mandato al candidato Abramo, cattolico moderato, di allargare al centro in maniera spinta la coalizione, ma sembra che abbia fatto il contrario. Ha fatto il discorso di Leonida, andiamo da soli giovani e forti. E ricordiamo come è andata.
Coefore, sacerdoti, dei ed eroi saranno in campo. I cartelloni di candidati, di speranze ambiziose e virtù sconosciute, sono apparsi a guardare passanti ed automobilisti, moltissimi senza loghi di partito, come offerte votive al Santo o Santa patrona di turno.
Più confusione c’è sotto il Vulcano, più la Lombardeide avrà fortuna di riuscita. Il teatro greco alle luci del tramonto è colmo di aspettative. Che lo spettacolo inizi.
Così è se vi pare.