MILANO – Dalla Lombardia un esempio virtuoso a sostegno delle donne vittime di violenza. Sono 64 i primi alloggi che saranno messi a disposizione sulla base del progetto sperimentale promosso dalla Regione in collaborazione con Aler (Azienda lombarda per l’edilizia residenziale), Centri antiviolenza e Case rifugio.
Lo prevede una delibera della Giunta regionale approvata su proposta dell’assessore alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco, di concerto con l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, e l’assessore alla Sicurezza e Protezione civile, Romano La Russa.
L’obiettivo è sostenere le donne nel loro percorso di autonomia abitativa, fondamentale per il recupero e la rinascita di chi si rivolge ai centri specializzati per sottrarsi a gravi situazioni di violenza domestica. Un provvedimento che assume un significato ancor più forte anche in relazione alle recenti vicende che riguardano le politiche della casa.
La misura, attraverso uno stanziamento regionale di 1,5 milioni di euro, prevede un contributo per le Aler che mettono disposizione alloggi a favore di Cav e Cr. Il finanziamento permette di offrire alle donne vittime di violenza soluzioni abitative adeguate e a costo zero per la durata di 5 anni. Al termine del periodo di copertura economica gli alloggi potranno rimanere a disposizione dei soggetti gestori dei Cav/Cr con un canone di locazione concordato.
“Una casa per sé e per i propri figli – ha spiegato l’assessore Franco – è elemento essenziale e imprescindibile affinché le donne maltrattate possano uscire dall’incubo e ricominciare a vivere. Il piano per il rilancio delle politiche abitative, denominato Missione Lombardia, agisce con determinazione anche sul fronte del welfare abitativo, prevedendo iniziative come questa in grado di aiutare, in modo pragmatico, le persone che necessitano di un sostegno da parte delle istituzioni. In particolare, l’assegnazione di alloggi a costo zero alle vittime di soprusi rientra nelle direttive impartite alle Aler. La delibera, inoltre, dà mandato alle Aler per la sottoscrizione delle convenzioni con i centri antiviolenza”.
“Ho voluto fortemente questa sperimentazione innovativa – ha aggiunto l’assessore Lucchini – per promuovere concretamente l’autonomia abitativa delle donne che si rivolgono ai nostri centri specialmente in caso di presenza di uno o più figli minori e di persone con disabilità nel nucleo familiare. Un intervento che potenzierà l’intera nostra rete sociale a sostegno di tutte le donne e che ha avuto la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Un intervento che vogliamo diventi strutturale e per il quale lo scorso maggio abbiamo messo a disposizione ulteriori 1,5 milioni che ci consentiranno di scorrere la graduatoria delle domande e poter concedere altri immobili già entro la fine di quest’anno”.
“Lavorare per la sicurezza dei cittadini e delle donne in particolare – ha concluso l’assessore La Russa – significa incidere con azioni tangibili come questa, frutto di una collaborazione efficace tra soggetti diversi. Regione Lombardia è in campo con ogni strumento possibile per fronteggiare questa piaga sociale: le donne in difficoltà possono trovare nelle istituzioni un solido punto di riferimento per l’avvio di un percorso di protezione e rinascita personale e sociale”.
Gli immobili coinvolti nel progetto sono stati suddivisi per provincia in base alle candidature che sono pervenute dai Centri antiviolenza e dalle Case rifugio: otto sono situati a Bergamo, undici a Brescia, tre a Como, otto a Cremona, tre a Lecco, sei a Mantova, venti a Milano, uno a Monza-Brianza e uno a Pavia.