PALERMO – La Giunta Orlando ha approvato la proposta definitiva di accordo con lo Stato sul Piano di riequilibrio.
La delibera risponde indirettamente alle accuse mosse da Ugo Forello e Giulia Argiroffi del gruppo Oso in una conferenza stampa di qualche giorno fa. L’approvazione è arrivata all’unanimità dopo una relazione del sindaco Leoluca Orlando sostenuta dal parere del segretario e direttore generale Antonio Le Donne, i due deus ex machina del piano di riequilibrio finiti nel mirino dell’opposizione. Per Orlando “quanto deliberato dalla Giunta evita ogni fraintendimento e fornisce chiarimenti sull’importanza e sulla valenza dell’accordo con lo Stato, accordo che costituisce elemento necessario per procedere all’approvazione del bilancio 2021/2023 e anni seguenti e per evitare un disastroso dissesto”.
Secondo Forello e Argiroffi, però, la versione definitiva dell’accordo è “menzognera e illegittima e determinerà solo un ulteriore, gravissimo danno per i cittadini palermitani. Orlando e Le Donne dovrebbero dimettersi perché hanno nascosto i documenti dell’accordo al Consiglio comunale e ai cittadini inserendo dati smentiti dagli uffici. Abbiamo già presentato un esposto alla Corte dei Conti, al Ministero dell’Economia e al Ministero dell’Interno e chiederemo di calendarizzare una mozione di censura nei confronti di entrambi. Valuteremo se presentare un esposto anche in Procura”.
Ma quali sarebbero le “menzogne” e le “condizioni inaccettabili e irrealizzabili” dell’accordo secondo il gruppo Oso? “La mancata determinazione – hanno sostenuto i due consiglieri – di un tetto massimo ai potenziali aumenti dell’addizionale Irpef e l’inserimento (a danno dei cittadini) di una sorta di clausola di salvaguardia; gli obiettivi inseriti nel cronoprogramma non sono raggiungibili e a dirlo sono i dirigenti degli uffici Sviluppo economico e Tributi; i pareri, che vengono dichiarati resi con esito positivo dagli uffici, non esistono; si mette nero su bianco che l’accordo non potrà essere modificato prima di cinque anni e comunque i numeri degli incassi dovranno rimanere invariati, con buona pace di quel percorso ‘dinamico’ annunciato dal sindaco”.
Nella delibera, senza chiaramente entrare nel merito delle accuse (si tratta pur sempre di un documento istituzionale), l’esecutivo sembra quasi replicare punto su punto alle osservazioni dei due ex pentastellati. Partendo dalla presunta “immodificabilità quinquennale dell’accordo (prevista al punto 5 della bozza di accordo)” che in realtà “riguarda solo l’individuazione delle misure da attuare inserite nell’accordo, nel livello minimale necessario, e limitatamente, a garantire la copertura del cosiddetto ‘quarto’”.
“L’accordo ex articolo 1 comma 572 legge di bilancio 2022 – hanno sottolineato da Palazzo delle Aquile – è da considerare impegnativo per l’Amministrazione comunale per garantire nel periodo 2022/2040 da parte del Comune risorse pari a un quarto della complessiva somma di euro 180.287.535,52 milioni di euro”.
Tale accordo, tuttavia, “non influisce sulla legislativamente prevista modificabilità del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2022/2040 approvato dal Consiglio comunale il 31 gennaio 2022”. Nella bozza di accordo (al punto 2) il Comune si impegna “ad assicurare l’obbligatorio apporto (per l’erogazione del contributo statale) di risorse proprie pari ad almeno un quarto del contributo annuo, da destinare al ripiano del disavanzo e al rimborso dei debiti finanziari”.
Per ottenere il via libera da Roma, in buona sostanza, il Comune dovrà garantire (soprattutto grazie al prelievo Irpef) almeno un quarto della cifra in arrivo dallo Stato: che non sarà né 475 né 250 milioni, come si diceva in quelle frenetiche settimane di gennaio, ma assai meno, 180,2 milioni. Tra le misure per assicurare “la copertura del quarto”, com’è noto, c’è “l’aumento dell’addizionale comunale Irpef secondo percentuali diverse anno per anno, anche differenti da quelle indicate nella bozza di accordo e, comunque, nella misura almeno pari a quella necessaria per assicurare, unitamente all’addizionale sui diritti di imbarco portuale, la copertura del cosiddetto quarto”.
“Peraltro – è stato precisato ancora nella delibera – il Comune non è obbligato ad applicare necessariamente il massimo dell’addizionale comunale all’Irpef (entro la misura massima approvata con deliberazione consiliare) che, invece, nella fattispecie è liberamente modificabile dal Comune negli anni (e secondo percentuali diverse anno per anno)”.
Nel cronoprogramma degli interventi da realizzare entro quest’anno ci sono anche l’istituzione della Tassa sugli imbarchi ma soprattutto l’attivazione del regolamento antievasione. L’unico argine all’aumento dell’Irpef, infatti, sarà la capacità di riscossione da parte degli uffici, che però da settimane inviano note su note per sottolineare la carenza di personale e di un’adeguata dotazione informatica:
“Si confermano – ha promesso l’Amministrazione – le misure organizzative e di assegnazione di risorse finanziarie e di personale per rafforzare il sistema di riscossione, anche a seguito dell’assunzione del servizio di riscossione forzosa da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader). Si propone di confermare entro il 31 dicembre 2022 la consegna all’Ader dei ruoli delle sanzioni per violazione del Codice della Strada relativi ad avvisi di accertamento emessi a fine 2019 e degli avvisi di accertamento esecutivi emessi nel 2020, ritenendo e chiedendo che il termine di consegna dei ruoli per gli altri tributi locali sia fissato nel 2023”.