Ambiente

Luca Mercalli: “Situazione meteorologica bloccata. In Sicilia siccità peggiore degli ultimi settant’anni”

“La Sicilia è particolarmente esposta perché tra l’altro ha già superato il record assoluto di caldo dell’intera Italia e dell’intera Europa, con i 48,8 gradi dell’agosto 2021 a Siracusa. Questo è un primato europeo omologato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), la massima autorità mondiale sulla meteorologia per il settore Europa. Non si tratta di un numero preso così da uno su un balcone o sul cruscotto della macchina”. Così il professore Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico nonché presidente dell’associazione Società meteorologica italiana.

A proposito di tristi record: per la prima volta in Sicilia, che una volta era considerato il granaio d’Italia, sono arrivati addirittura degli aiuti per sfamare gli animali.
“La combinazione di caldo e siccità è particolarmente gravosa per l’agricoltura. Quest’anno, in cui non abbiamo avuto ancora dei picchi di caldo estremi, abbiamo in corso una siccità che non ha eguali almeno negli ultimi settant’anni. Questo vuol dire che l’agricoltura è una delle prime attività che vengono penalizzate dai cambiamenti climatici. Ora siamo in un momento dell’anno molto delicato perché più fa caldo, più evapora acqua: quindi il momento di massima richiesta dell’acqua, tanto dell’agricoltura quanto delle persone e della natura in generale, sono proprio i prossimi due mesi – luglio e agosto – quelli proprio culminanti dell’estate e, visto che di prospettive di piogge abbondanti ce ne sono veramente poche nelle prossime settimane, purtroppo entriamo in una fase critica: ci saranno davanti a noi almeno due mesi di sofferenza idrica”.

C’è qualcosa che possiamo fare nell’immediato secondo lei?
“Nell’immediato purtroppo si può fare poco perché, lo sapete bene, la Sicilia è una regione che da sempre ha avuto il problema della carenza idrica. La gestione dell’acqua non si fa nell’emergenza, si fa con programmi di sviluppo che possono durare anche decenni e decenni: costruire invasi, riparare gli acquedotti, cambiare la distribuzione dell’acqua in agricoltura. Sono tutte attività che hanno bisogno di investimenti ma anche di continuità, non è che devono cambiare quando cambia il sindaco, devono proseguire con un programma in cui ogni anno si mettono dei fondi e si fanno delle infrastrutture, alcune delle quali sono anche molto impegnative sul piano sia progettuale sia della realizzazione. Pensate a un invaso: insomma non è che si costruisce in una settimana”.

Un deputato siciliano ha chiesto al governo regionale che tra le misure previste per contrastare la siccità in Sicilia, sia utilizzata anche la stimolazione artificiale delle piogge.
“Questo purtroppo non funziona. Basterebbe andare a vedere i risultati della stimolazione delle piogge di oltre cinquant’anni fa: si tratta di una tecnica molto vecchia ormai, una tecnica che è stata proposta già negli anni ‘50 e ‘60 e non ha mai funzionato. Oggi risorge perché Internet è una cassa di risonanza delle fake news: basta che uno dica che funziona, che qualcuno la usa, e tutti a precipitarsi a dire che funziona, che è vero. Si è fatta anche in Italia ma negli anni ‘70 e poi si è abbandonata perché costi importanti, risultati? Nessuno. Non c’è più nessun paese al mondo che la usa tra i Paesi occidentali, rimangono alcuni paesi con regimi autocratici dove qualche volta la si tira fuori per ragioni di propaganda politica”.

Lei ha scritto che “la Sicilia piange siccità, la Borgogna piange grandine”. Ci può spiegare perché, ad esempio, in Lombardia le piogge continuano senza sosta e invece in Sicilia nulla?
“Quest’anno abbiamo una situazione meteorologica bloccata. Vuol dire che è persistente da almeno tre mesi con la stessa configurazione: praticamente da marzo, aprile, maggio e pure questi primi 10 giorni di giugno, il Nord delle Alpi è sotto l’influenza di una depressione sul mare del Nord che manda aria fresca, temporali e grandinate in parte in Europa, nel centro Europa e anche nelle regioni padane. Al contrario il Sud è sotto l’influenza dell’area africana: vedete sabbia che passa sulle vostre teste, la temperatura elevata e poche occasioni di pioggia. Tutte queste cose sarebbero normali se fossero alternate, il problema è che invece c’è una situazione di persistenza”.

Possiamo dire che c’è una polarizzazione del clima?
“Sì. C’è un’estremizzazione: abbiamo periodi lunghi di siccità che poi terminano con l’alluvione, questo lo abbiamo visto al Nord Italia che due anni fa aveva la siccità più grave degli ultimi duecento anni e che si è conclusa – nel 2022 – con l’alluvione della Romagna e adesso non smette più. Viceversa eravate voi che avevate avuto l’estate piovosa e che adesso si è conclusa con la siccità peggiore degli ultimi settant’anni”.

In Messico il caldo ha ucciso 60 uomini. I siciliani, e gli italiani più in generale, corrono questo rischio? C’è da preoccuparsi?
“Altroché. Intanto le statistiche del Messico e quelle dell’India – perché lo stesso problema c’era già stato contemporaneamente anche in India e Pakistan – sono statistiche molto parziali, quindi i morti sono di più. Questo accade sempre per tutte le ondate di caldo in quei paesi. In Italia e in Europa abbiamo invece delle statistiche molto più precise: basti sapere che nell’estate 2022, che è stata la più calda estate della storia d’Europa, complessivamente abbiamo avuto 61 mila morti di caldo, di cui 18 mila in Italia. Il colpo di calore colpisce soprattutto le fasce deboli: prima gli anziani, bambini e malati, la fascia successiva è quella dei lavoratori esposti alle condizioni più severe, per esempio i lavoratori dell’agricoltura o dell’edilizia che lavorano nelle ore centrali della giornata, lavorare sotto il sole con 45 gradi, quello però fa parte di un rischio possiamo dire ‘professionale’ che deve essere tutelato dalle regole sul lavoro. Invece, per le altre fasce, il colpo di calore per gli anziani, ad esempio, li ammazza anche a casa loro”.