Autore, regista e produttore di cinema e teatro, Luca Vullo è un performer e coach di comunicazione con sede a Londra.
Collabora con università, Ambasciate e Istituti Italiani di Cultura in diversi Paesi, tenendo workshop e conferenze scientifiche sulla comunicazione non verbale italiana. Dal 2020 è anche coordinatore delle pubbliche relazioni per l’Europa per conto dell’Associazione per l’Italia nel Mondo
Lo scorso 3 Marzo, in veste di attore, formatore specializzato ed esperto di comunicazione, hai tenuto un incontro in collegamento con i bambini delle scuole appartenenti alla zona rossa di Lozzo, Codogno e Castelfranco Emilia, dove hai parlato di intelligenza emotiva e comunicazione non verbale. Come è stata queste esperienza e che seguito darai?
“L’iniziativa nasce da Alfonso D’Ambrosio, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Lozzo Atestino, in piena zona rossa del Veneto. E’ stato lui a decidere di offrire un implemento dell’offerta formativa online proponendo dibattiti, riflessioni tematiche, letture con scrittori, proposte teatrali per tutti i suoi studenti e aprendosi a gemellaggi giornalieri con altre scuole. Durante il mio incontro ho parlato di Intelligenza emotiva ecomunicazione non verbale. Temi importanti in questo momento storico dove è necessario interpretare e conoscere bene le nostre emozioni e il nostro corpo”.
Dal 2020 sei coordinatore delle pubbliche relazioni per l’Europa per conto dell’Associazione per l’Italia nel Mondo. Un incarico che sembra essere in soluzione di continuità rispetto alla tua carriera e al tuo ruolo di Ambasciatore della cultura italiana nel mondo?
“L’Associazione è nata nel 2018 e si propone di mettere insieme diverse associazioni per meglio rappresentare la cultura italiana nel mondo. Ancora siamo nella fase di valutazione, discussione, è presto per poter parlare di cose concrete. Quello che posso dire sul mio ruolo, vista la mia esperienza passata, è quello di tessere una serie di relazioni, mettere in rete Paesi, associazioni, istituzioni, per poter veicolare la cultura italiana”.
E a proposito di cultura italiana, porta la tua firma lo spot sulla promozione dello studio lingua italiana nel mondo che ti ha commissionato il Consolato Generale d’Italia a Londra.
“Sicuramente un lavoro molto bello di cui sono fiero. In questi anni, la mia esperienza professionale e la mia carriera sono diventati uno strumento di diffusione della lingua, gestualità e quindi della cultura italiana”.
Tutto inizia nel 2011 con “La Voce del Corpo”, il tuo docu-film sulla gestualità italiana.
“Con La Voce del corpo ho portato nelle università, teatri, scuole del mondo, la gestualità italiana come oggetto di studio linguistico ma soprattutto come strumento di promozione culturale. Gli stranieri, finalmente, grazie a questo nuovo modo di veicolare la cultura, hanno appreso che l’Italia, la Sicilia, è oltre gli stereotipi con cui spesso viene raccontata. Perchè alla fine il linguaggio del corpo, la gestualità, soprattutto quella del Sud, è frutto delle nostre dominazioni storiche e influenze. Oggi La Voce del Corpo è diventato anche uno spettacolo teatrale in cui è coinvolta mia mamma Angela, la mia guru, dalla quale ho imparato le abilità legate all’intelligenza emotiva”.
Tra le altre cose, lavori anche come coach di comunicazione con aziende e istituzioni nazionali ed internazionali… Come è cambiato l’approccio alla comunicazione?
“Tantissimo, soprattutto con l’avvento del digitale e dei social. Per questo diventa importante affrontare questi aspetti dal punto di vista linguistico, emotivo, professionale. In qualità di formatore professionale, curo uno dei laboratori formativi permanenti Mind4children spin-off dell’Università di Padova, che vanta la direzione scientifica della professoressa Daniela Luncangeli. Il tema, l’importanza della comunicazione verbale e non verbale nell’insegnamento sarà l’oggetto anche del mio prossimo libro che sto scrivendo proprio insieme alla Lucangeli e verrà pubblicato dalla Erickson per maestri e insegnanti di tutto il Paese”.
La Sicilia ha avuto uno spazio importante nella tua carriera professionale.
“La gestualità siciliana, insieme a quella napoletana, sono le più rappresentative dal punto di vista linguistico e culturale. Il patrimonio da cui sono partito è proprio quello della mia terra. Un’eredità importante che mi ha permesso di lavorare anche come coach di gestualità siciliana per lo spettacolo di Liolà di Pirandello al National Theatre di Londra. E sempre in Sicilia, sono stata nominato “Overseas Ambassador”, una sorta di “special guida turistica” da un’agenzia “Insider Sicily” che offre viaggi esperenziali in Sicilia. Sarò io a guidarli allo scoperta di una nuova e insolita Sicilia che parte dall’esperienza come strumento di viaggio e scoperta. Ancora in Sicilia, è stato realizzato “Ccà Semu” (Siamo qui), un documentario prodotto dalla UCL University di Londra, frutto di una ricerca scientifica finalizzata all’analisi degli effetti dell’emigrazione sull’isola di Lampedusa”.
“Influx” il documentario che hai girato a Londra ha riscosso molto successo e oggi più che mai risulta attuale fornendo una chiave di lettura interessante.
“Influx parla della contemporanea emigrazione italiana a Londra. Il film è distribuito in tutto il mondo su Netflix. Quando ho girato Influx, l’emigrazione italiana era al massimo della sua espansione. Oggi con la Brexit le cose stanno cambiando e di sicuro l’impatto emotivo, nella comunità italiana, è notevole”.
Come hai visto cambiare la Sicilia e come vorresti che cambiasse?
I microcambiamenti che ho notato sono riconducibili, soprattutto, alle iniziative di giovani, spesso imprenditori, che hanno voglia di scommettere sull’Isola. Sono gli stessi che ritornano dall’estero portando un bagaglio di esperienze, che per la Sicilia rappresentano una bella opportunità per nuovi orizzonti. Di cambiamenti a livello politico-amministrativo purtroppo non ne vedo. Certo, bisogna lavorare molto sui comportamenti civici e sull’educazione ambientale”.
CURRICULUM
Autore, regista e produttore di cinema e teatro, Luca Vullo è un performer e coach di comunicazione con sede a Londra. Collabora con università, Ambasciate e Istituti Italiani di Cultura in diversi Paesi, tenendo workshop e conferenze scientifiche sulla comunicazione non verbale italiana. Dal 2020 è anche coordinatore delle pubbliche relazioni per l’Europa per conto dell’Associazione per l’Italia nel Mondo