PALERMO – Approvato il “Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica siciliana per l’anno 2024/2025”, che prevede una riduzione di 75 istituti. Con il decreto Milleproroghe del 30 dicembre è stata salvata in via transitoria l’autonomia di 15 istituti superiori, che rientreranno nel piano di dimensionamento nel 2025/26, e di tre istituti comprensivi.
Particolare attenzione verrà data alla tutela delle realtà territoriali più piccole, ubicate in aree montane o la cui permanenza nel territorio rappresenta un importante presidio di legalità. Presentando il provvedimento, l’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, assicura che non chiuderà alcun plesso scolastico e le istituzioni soppresse saranno verticalizzate in istituti comprensivi, garantendo un’offerta formativa più ampia e ricca a beneficio di tutti gli studenti. Inoltre, afferma che si garantirà la confluenza di personale Ata e docenti titolari nei nuovi istituti, assicurando continuità didattica e stabilità dei lavoratori. Di diverso avviso le opposizioni che ne criticano il metodo e la visione della scuola. Ne parliamo con Lucia Bonaffino, Responsabile Scuola del Pd palermitano.
Un sistema più efficiente con la creazione di istituti comprensivi. In più, si rimanda al mittente l’accusa di chiusura delle scuole e spostamento degli studenti, tenendo ben presente la continuità didattica…
“Continuità didattica, sana competizione, maggiori servizi: ma di cosa stiamo parlando? Davvero crediamo che basti calcolare numeri di alunni e distanze dai plessi per parlare di continuità didattica? Noi che crediamo in una scuola intesa come comunità democratica volta ad assicurare la piena crescita intellettuale e morale di tutti i futuri cittadini, e non come fabbrica di capitale umano e palestra di competizione sociale, sappiamo bene che siamo di fronte a un’organizzazione complessa, contraddistinta da relazioni fra persone, i cui i processi sono non lineari né eterodiretti”.
Uno degli aspetti fondamentali è quello della vicinanza della scuola agli studenti e alle famiglie. Cosa cambierebbe?
“La scuola diventa motore e agente di cambiamento quando progetta e innova dal basso e proprio la competizione e l’asservimento a logiche di mercato la uccidono, come abbiamo tristemente imparato ogni volta che certa politica ha messo in campo le logiche ragionieristiche e i tagli lineari. Scomparirà la prossimità, la superficie di contatto. Dovranno spiegarlo alle famiglie quando cercheranno la segreteria nel plesso vicino casa e scopriranno che tutto si è spostato a chilometri di distanza, quando chiederanno un appuntamento con il dirigente scolastico e lo otterranno dopo giorni e giorni, non lo otterranno affatto per ragioni logistiche, oppure perché l’agenda del capo d’istituto sarà diventata troppo fitta e ingestibile”.
Superiamo la fase di critica per giungere alla proposta. La scuola è in difficoltà non da ora e i limiti sono evidenti sia dal punto di vista di qualità dei servizi offerti che delle strutture in cui studiano i giovani siciliani. Cosa dovrebbero fare le opposizioni all’attuale governo regionale?
“Come Pd continueremo a lottare, a tutti i livelli, perché si riveda la normativa e si faccia marcia indietro: le scuole non possono essere ridotte a mere unità amministrative. Devono essere messe in condizione di portare avanti il proprio mandato istituzionale che è quello di costruire un sistema di relazioni sociali e di promuovere la comunità educante. Occorre tornare alla dimensione ottimale: una scuola autonoma non può superare i 900 alunni nelle situazioni ordinarie e i 500 nelle comunità montane e nelle piccole isole. La scuola ha bisogno di serenità e di provvedimenti legislativi utili a risolvere i suoi veri problemi, come la dispersione scolastica e formativa, e non di interventi confusi e di una interpretazione strumentale del Pnrr che prevede interventi di razionalizzazione della rete scolastica concependola come riduzione del numero di alunni per classe e non come aggregazione indiscriminata di scuole con problemi, storie e identità diverse”.