Cronaca

M5s, firme false, chiesta condanna per quattordici

La Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto la condanna a pene comprese tra un anno e sei mesi e due anni e tre mesi di reclusione per quattordici persone tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali del Movimento cinque stelle e un cancelliere del Tribunale.

La richiesta è stata formulata al termine delle indagini sulla vicenda delle firme false presentate nel 2012 a sostegno della lista grillina per le elezioni comunali a Palermo.

Le quattordici persone sono accusate a vario titolo di falso e violazione della legge regionale sulle consultazioni elettorali.

La pena più alta, due anni e tre mesi, è stata chiesta per il cancelliere Giovanni Scarpello e per l’avvocato Francesco Menallo.

La pena più lieve, un anno e sei mesi, pena più lieve, è stata chiesta per l’ex deputata regionale Claudia La Rocca, che ha collaborato con gli inquirenti.

Per tutti gli altri imputati è stata chiesta la condanna a due anni.

Ma è piuttosto difficile che si possa arrivare alla condanna delle quattordici persone perché i reati contestati cadranno in prescrizione nel prossimo mese di febbraio.

Secondo la procura, nella notte del tre aprile del 2012, nel comitato del Movimento furono ricopiate migliaia di firme per provare a rimediare a un banale errore relativo al luogo di nascita di un sottoscrittore.

Accortisi dello sbaglio, temendo di non riuscire a presentare in tempo la lista del Movimento per le Comunali, dovendo recuperare le sottoscrizioni una a una, si sarebbe provveduto a ricopiarle.

Le firme false sarebbero state autenticate dal cancelliere Scarpello.

L’indagine coinvolse a vario titolo l’ex deputato nazionale Riccardo Nuti, allora candidato sindaco di Palermo, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, ex parlamentari nazionali.

Coinvolti anche i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che però hanno ammesso le loro responsabilità e accusato i “colleghi”.

Ciaccio, però, come ha sottolineato il pm nella requisitoria, non ha ripetuto in aula le accuse.

Secondo la ricostruzione della Procura, Riccardo Nuti (nella foto), candidato sindaco, e un gruppo ristretto di attivisti a lui vicini – Samantha Busalacchi, Claudia Mannino e Giulia Di Vita – avrebbero pensato a un rimedio: correggere il vizio di forma e, vista l’impossibilità di ricominciare la raccolta e raggiungere il numero delle firme necessarie, ricopiare dalle originali quelle già in loro possesso.

In una notte convulsa sarebbero state falsificate migliaia di sottoscrizioni.

Gli altri imputati sono: Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso, Toni Ferrara, Alice Pantaleone, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino.