Politica

M5s, spaccatura interna all’Ars, grillini in crisi anche in Sicilia

Sei ore di confronto, a tratti anche acceso nei toni, non è ancora servito a compattare il gruppo parlamentare del M5s. I deputati, che si sono affrontati nel faccia a faccia concluso ieri a tarda sera, si rivedranno oggi per proseguire la discussione nel tentativo di trovare una linea comune, fermo restando le visioni differenti, in una fase di estrema fibrillazione per il movimento, tra gli “oltranzisti” e l’ala più conciliante nei rapporti da tenere con la maggioranza e il governo su norme generaliste.
Si cerca di trovare un punto di svolta che appare complicato.

Rispetto alla legislatura precedente quando il gruppo comunque, nonostante liti e contrasti, riusciva a compattarsi anche grazie alla leadership di Giancarlo Cancelleri e senza fare trapelare nulla all’esterno, il clima in questa legislatura è stato diverso fin dall’inizio. “Governare un gruppo di 20 deputati e senza un leader non è semplice”, sussurra uno dei parlamentari.
E allora l’unica via d’uscita, ne sono convinti quasi tutti, è darsi delle regole. Quali? E’ la chiave che i 5stelle stanno tentando di trovare. Su un punto, almeno, la convergenza sembra esserci: meno esternazioni alla stampa.

Sullo sfondo però le motivazioni della spaccatura sono più profonde e svariate: dalla mancanza di interlocuzione con i vertici nazionali all’assenza di una leadership dopo l’addio di Giancarlo Cancelleri. E ancora: le ambizioni di alcuni dei deputati al secondo mandato che in questa fase caotica del movimento non intravedono prospettive politiche a livello personale, la trasformazione dei rapporti con gli attivisti in una fase in cui i meet-up hanno smarrito la funzione originaria e ogni deputato tende a interloquire con la propria base di riferimento. Se una scissione tout court appare remota, c’è chi, di fronte al muro contro muro sulla linea da tenere all’Ars, prefigura un possibile intervento dei probiviri del M5s.

Intanto, è proprio Cancelleri a riconoscere che per il Movimento Cinquestelle, sia in Sicilia che a livello nazionale, non è certo un buon momento. “Abbiamo preso una bella bastonata -ha ammesso il viceministro con delega alle Infrastrutture riferendosi alle elezioni in Emilia Romagna e Calabria -, abbiamo fatto un discreto fallimento. Ma ogni fallimento è un punto di rinascita, a volte prendere una sberla serve per guardarsi intorno e ripartire”.

“In alcune regioni, come Toscana, Puglia, Liguria abbiamo già scelto i nostri candidati. Faremo delle alleanze con delle liste civiche. In Puglia e Liguria – ha detto rispondendo ad una domanda se il MoVimento farà corsa da solo – abbiamo un progetto che va avanti da anni e sono convinto che i risultati saranno ben diversi rispetto agli ultimi”.