Pezzi di Pizzo

Ma chi la pensa l’Europa?

I manifesti sono già in giro, è partito il giro per l’elezioni europee. È un turbinio di facce e di slogan. C’è chi vuole fare “scruscio” in Europa, forse suonerà i ciancianeddi, chi è per la politica dei fatti, come se fosse un lumbard, chi vuole correre in Europa, come fosse una gara podistica, e chi è forte e determinato, per fare cosa non è dato sapere. Un cumulo di frasi fatte, di uomini di azione, di territori senza comunità ed interessi organizzati, senza progetti.

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Nessuno che scrive o parla di pensare l’Europa. Perché ogni azione, ogni rappresentanza, ha bisogno dietro di un pensiero, di idee. Ma sembra che il pensare, l’organizzare un concetto di senso compiuto, non abbia più Patria in questa terra di Sicilia. Eppure di pensatori, da Archimede a Pirandello, da Quasimodo a Majorana, ne abbiamo avuti nell’isola. Ora nulla, tutti corrono, si determinano, fanno. Ma fanno cosa? Perché i siciliani da trent’anni almeno non vedono nulla di tutto questo agire.

Eppure l’Europa andrebbe ripensata, gli sconvolgimenti di questo nuovo millennio, gli ultimi anni, mesi hanno sconvolto le certezze europee. La famosa Pace, conquistata a prezzo di milioni di morti nel 1945, è finita, le frontiere sono in guerra, le pandemie, i cambiamenti climatici ci sconvolgeranno le abitudini, gli stili di vita, e tutto cambia soprattutto più velocemente delle nostre capacità di risposta. Per tutto questo l’Europa, nata su carbone e acciaio, e non su energie alternative e idrogeno, va ripensata, profondamente cambiata su regole del gioco e attribuzioni di poteri.

E mentre chi è forte e determinato a non si sa cosa, mentre c’è chi corre, chi pensa? Chi elabora idee sulla nuova Europa, che contributo darà, in termini di neuroni, e non di ammaccatori di bottoni, la Sicilia? C’è uno Sciascia o Bufalino in campo? Non ci pare proprio.

Così è se vi pare