Pezzi di Pizzo

Ma cos’è questa crisi?

“Ma cos’è questa crisi, lascia stare, non scassare, e vedrai che passerà”. Così cantava negli anni 70’ Gigi Proietti, e così avrà pensato e riproposto Nello Musumeci che era già in politica in quegli anni. Dimissioni, azzeramento, rimpasto, nulla di tutto questo.

“Ho la chiara fiducia dei miei alleati, squadra vincente non si cambia, andiamo avanti che dobbiamo fare la Finanziaria, il PNRR, e soprattutto Diventerà Sanissima, il grande progetto politico-sanitario del vero cervello del governo, l’assessore Ruggero Razza”, è la sintesi di Musumeci in aula.

“Uno come lui ce ne vorrebbe in ogni assessorato”, pare che abbia detto, parafrasando qualcuno del passato, un alleato del governo. Gli assessori sollevati da perdita di autoblù volgono peana al cielo.

Ma la crisi?

E la crisi? Sembra che abbia preso un movimento carsico, rifugiandosi negli alvei dei fiumi sotterranei. Di fatto, dopo la tensione emotiva della disfida sui voti dei delegati, è entrata in campo la realpolitik.

Ogni partito, indipendentemente dalla coalizione dove milita, ha bisogno di munizioni per la campagna delle amministrative, ed a seguire delle regionali, e la polveriera, rappresentata da direzioni generali, posti di sottogoverno da rinnovare, assegnazione di progetti su cui vendere sogni o promesse, sono in mano al duo Musumeci & Razza.

Pertanto fino ad Aprile, termine ultimo per bilanci e nomine, è difficile immaginare uno shock anafilattico della maggioranza. Poi arriverà la campagna elettorale per il Comune di Palermo, sempre che non sia rinviata da una leggina ad hoc per farla coincidere con le elezioni regionali, e lì si conteranno consistenze politiche, perimetri coalizionali ed accordi più o meno sotterranei. La chiarezza e la coerenza non fanno parte quasi mai del lessico familiare della politica siciliana.

A volte le crisi sono un’opportunità per sperimentare nuove vie e nuovi scenari Ma non in Sicilia.

Ma cos’è questa crisi? Nulla, uno “sciuscio” di vento. Abbiamo scherzato. “Tuttapposto” onorevoli colleghi.

Così è se vi pare.