PISA – È ormai decollato il Made Green in Italy, lo schema nazionale volontario sviluppato dal ministero della Transizione Ecologica per promuovere le eccellenze italiane ad elevata qualificazione ambientale e a ridotto impatto sull’ambiente. Per presentare le novità principali su questo tema e per illustrare le opportunità garantite dalla certificazione, mercoledì è in programma il webinar “Made Green in Italy – Il decollo operativo dello schema di certificazione dell’eccellenza ambientale dei prodotti italiani e il suo ruolo nella transizione ecologica”.
L’evento, che vedrà fra gli altri la partecipazione di rappresentanti del ministero della Transizione Ecologica e della Commissione Europea, sarà inoltre l’occasione per illustrare i risultati ottenuti dal progetto europeo pilota Life Effige (Environmental Footprint for Improving and Growing Eco-efficiency) che, sotto il coordinamento dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha coinvolto quattro filiere produttive di grande rilevanza per il Made in Italy (agroalimentare, legno-arredo, fonderie e servizio di ristorazione) nella sperimentazione della metodologia Pef (Product Environmental Footprint), il metodo di calcolo dell’impronta ambientale alla base della certificazione Made Green in Italy.
Made Green in Italy, che punta a diventare il nuovo standard sulla sostenibilità dei prodotti Made in Italy, rappresenta un tassello chiave nel quadro delle politiche nazionali per la transizione ecologica: la sua adozione intende infatti promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo, contribuendo così ad attuare nel contesto italiano la strategia per il Green Deal e per il Piano d’Azione sull’Economia Circolare dalla Commissione Europea. Per essere certificato Made Green in Italy, un prodotto deve presentare prestazioni ambientali pari o superiori ai benchmark di riferimento, che vengono stabiliti sulla base di una valutazione effettuata seguendo la metodologia Pef.
La certificazione è accessibile ai soli prodotti per i quali esiste una Rcp (Regola di Categoria di Prodotto) in corso di validità. Le Rcp, che devono essere proposte al Ministero da soggetti pubblici o privati che rappresentano oltre il 50% del fatturato del settore cui appartiene la categoria di prodotto in questione, sono i documenti contenenti le indicazioni metodologiche che definiscono le regole e i requisiti necessari alla conduzione di studi relativi all’impronta ambientale per quella specifica categoria di prodotto. Grazie all’esperienza maturata nell’ambito del progetto Life Effige, alcune filiere produttive hanno già potuto presentare al Ministero delle proposte di Rcp relative a specifiche categorie di prodotto, e sono ora in attesa di ottenere il via libera.
Il progetto Effige, finanziato dall’unità Life della Commissione Europea, giunto alle battute finali, ha coinvolto quattro filiere produttive di grande rilevanza per il Made in Italy: agroalimentare, legno-arredo, fonderie e servizio di ristorazione, all’interno delle quali si è sperimentata l’adozione della Product Environmental Footprint (Pef), un metodo di calcolo dell’impronta ambientale di prodotti e servizi promosso dalla Commissione con la Raccomandazione 179/2013/Ue. Le aziende che partecipano al progetto hanno calcolato l’impronta ambientale su alcuni prodotti rappresentativi del proprio ambito di riferimento individuando così le principali categorie d’impatto. In un secondo momento, hanno messo in atto una serie di azioni di miglioramento utili a ridurre l’impatto della produzione e, infine, stanno ricalcolando l’impronta ambientale per valutare l’effettiva efficacia delle misure intraprese. Il progetto Effige non ha soltanto sviluppato attività scientifiche di calcolo e riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti: ha anche definito di strumenti di comunicazione per valorizzare le performance di sostenibilità raggiunte e rendere il metodo Pef versatile, duttile e applicabile a tutte le imprese, specialmente alle Pmi.
Fra questi strumenti, i principali sono: