“Adrano Libera” è stata chiamata la vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato nella zona pedemontana dell’Etna che ha al centro il popoloso Comune, il più antico dell’area visto che il centro abitato originario fu, nella preistoria, un’autentica metropoli dei Siculi.
Nel mirino di centinaia poliziotti, trentacinque indagati della cosca Santangelo-Taccuni di Adrano, espressione territoriale del clan Santapaola-Ercolano.
Il commento del sindaco di Adrano
“L’importante operazione della Polizia di Stato – ha detto D’Agate al Qds.it – mette in risalto la vastità dei fenomeni criminosi ad Adrano”.
“Esprimiamo – ha aggiunto il Sindaco – la nostra stima e fiducia nel costante e prezioso lavoro delle Forze dell’ordine e della Magistratura che accompagna la nostra Città verso un cammino di legalità per una migliore convivenza civile”.
Quindici arresti e quattro domiciliari
La Polizia ha arrestato quindici persone, notificato il provvedimento cautelare in carcere a dodici indagati già detenuti e posti altri quattro ai domiciliari.
Il Gip ha disposto anche l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre persone.
Uno dei destinatari della custodia cautelare in carcere è attualmente detenuto all’estero e per lui sono stati già attivati i canali Interpol per la notifica del provvedimento.
Associazione mafiosa e droga
Tutti sono indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa e traffico di cocaina, eroina e marijuana con l’aggravante di essere un’associazione armata e di avere agevolato il clan Santangelo-Taccuni.
Contestati anche retai contro il patrimonio e il furto di un Atm.
Il Gip, accogliendo la richiesta della Dda di Catania basata su indagini commissariato di Adrano e della squadra mobile etnea, ha riconosciuto la leadership del gruppo a Gianni Santangelo, già detenuto per altra causa, contestandogli di essere il promotore, organizzatore e direttore dell’associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Il pentimento di Valerio Rosano
L’inchiesta si basa anche su riscontri forniti delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia tra le quali quelle di Valerio Rosano, di 26 anni. La notizia del suo pentimento ebbe forti ripercussioni nella sua famiglia, visto che il padre Vincenzo era un esponente di vertice del clan.
La reazione della cosca fu pubblicamente manifestata con l’affissione di locandine funerarie nel centro storico di Adrano che annunciavano la morte di Valerio Rosano e fissavano le sue esequie in una chiesa inesistente, il cui indirizzo era quello del commissariato di Adrano.
Dell’episodio si occupò anche la trasmissione ‘Striscia la notizia’, alla cui inviata l’indagato Toni Ugo Scarvaglieri, tra gli arrestati dell’operazione di oggi, espresse forte repulsione per la scelta del collaboratore, arrivando a definirlo “un morto che cammina”.
Dalle indagini è emerso anche un vasto traffico sostanze stupefacenti provenienti dalla Lombardia e sono stati eseguiti importanti sequestri di droga. Il clan, che gestiva tre piazze di spaccio ad Adrano, si approvvigionava nel messinese, in Calabria e in Campania.