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Mafia, Antoci, “Confusione e sconforto nella società civile”

Dopo la conferenza stampa di ieri del presidente dell’Antimafia regionale Claudio Fava, con alcune precisazioni sulla relazione approvata dalla Commissione in cui si ipotizza che Giuseppe Antoci sarebbe stato vittima di un agguato simulato, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi è passato al contrattacco.

“Apprendo – ha scritto infatti Antoci in una nota – che l’ex poliziotto, oggi in pensione, Mario Ceraolo, più volte richiamato nella relazione della Commissione fin quasi a diventarne il protagonista, sarebbe indagato dalla Procura di Messina proprio per falsa testimonianza al Pubblico ministero, per quanto riferito sull’attentato che ha colpito me e gli uomini della mia scorta quella notte”.

La settimana scorsa l’Antimafia siciliana aveva approvato all’unanimità una relazione in cui si ipotizzava che quello della notte tra il 17 e il 18 maggio del 2016 fosse stato, più che un agguato mafioso, una messinscena, una simulazione in cui Antoci sarebbe stato “strumento inconsapevole”.

L’ex presidente del Parco dei Nebrodi, apprese le conclusioni della Commissione, si era definito “basito”. E ieri il presidente dell’Antimafia regionale Fava si era detto “stupito e anche un po’ deluso dalla reazione del signor Antoci: ci saremmo aspettati parole di gratitudine e non sentir definire questa relazione come vergognosa”.

“Non riesco a trovare – ha replicato Antoci nella nota – le parole per esternare il mio imbarazzo su una vicenda diventata paradossale e che ha generato confusione e sconforto nella società civile, che vedo, ogni giorno di più, indignata per quello che sta accadendo”.

Intanto, sull’ipotesi che l’agguato sui Nebrodi fosse simulato, il sindacato di polizia Siap ha dato mandato a un avvocato, che ha ipotizzato una denuncia per “tutelare l’immagine dei propri iscritti e della polizia contro coloro che stanno delegittimando e denigrando, in modo violento e sconsiderato”.