Colpo alla mafia a Palermo. Una vera e propria stangata contro il clan di San Lorenzo arriva dal processo Bivio celebrato in abbreviato al Pagliarelli davanti al giudice Giuliano Castiglia e che fa seguito al blitz del gennaio 2021.
Quindici condanne e due assoluzioni. L’accusa, rappresentata dai pm Dario Scaletta e Felice De Benedittis, aveva chiesto condanne per oltre un secolo di carcere.
Giulio Caporrimo, ritenuto il nuovo capo del mandamento, è stato condannato a 16 anni. Ma la sua non è la pena più pesante. Antonio Vitamia dovrà scontare 18 anni e 4 mesi, Francesco Palumeri 18, Giuseppe Cusimano 17 anni e 4 mesi.
Inflitti 14 anni e 8 mesi a Francesco Adelfio, 12 anni e 4 mesi a Francesco L’Abbate. Sebastiano Giordano è stato condannato a 9 anni e 4 mesi, Salvatore Fiorentino a 8 anni e 8 mesi, Andrea Mancuso a 13 anni. E ancora 10 anni e 8 mesi per Michele Zito, 12 anni per Fabio Gloria e Vincenzo Taormina, 10 anni per Vincenzo Billeci. Otto anni e 8 mesi per Giuseppe Rizzuto, 6 anni per Fabio Ventimiglia. Assolti invece Francesco Caporrimo e Pietro Ciaramitaro.
L’operazione condotta dai carabinieri fu messa a segno contro boss e gregari delle famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Dalle indagini emerse quale fosse il principale business del mandamento, ovvero le estorsioni.
Gli investigatori, infatti, riuscirono a ricostruire 19 casi di racket, alcuni solo tentati, altri effettivamente portati a termine. Nel mirino degli estortori c’erano ditte edili e di movimento terra, un’agenzia funebre, una friggitoria, una macelleria. Tentata estorsione ai danni dell’impresa che sta svolgendo a Tommaso Natale i lavori per il collettore fognario.