Le controversie per il controllo delle piazze di spaccio a Catania, dove i pusher hanno 13 e 15 anni e offrono i “pippotti”, dosi di cocaina, a chi percorre il loro marciapiedi sia nel centro storico che nei quartieri periferici, hanno fatto registrare in questi giorni due morti ammazzati, Luciano D’Alessandro, di 48 anni, e Vincenzo Scalia, di 29, e quattro feriti di 26, 31, 56, e 40 anni (due già dimessi dall’ospedale).
Sono le vittime di una sparatoria avvenuta in via Grimaldi a Librino sabato scorso, quando all’improvviso si è scatenato l’inferno davanti al civico 18 con alcuni abitanti dei palazzi che si affacciano sulla strada terrorizzati: colpi di pistola davanti ai bambini, dicono alcuni testimoni, sangue, urla di dolore, poi i morti e i feriti accasciati a terra, le sirene dei carabinieri e delle ambulanze.
E il bilancio potrebbe essere più pesante perché lontano dal luogo della sparatoria sono state trovate sull’asfalto strisce di sangue segno che qualcuno è scappato ma è rimasto ferito.
Le indagini puntano alla criminalità organizzata che gestisce il ricco affare della droga nel popoloso quartiere a sud di Catania, Una vera e propria città se consideriamo che sfiora i centomila abitanti.
Gli inquirenti esaminano anche il fascicolo che riguarda Salvatore Monaco, 24 anni, che il sette agosto si è presentato nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi con una ferita di pistola al polpaccio.
Monaco è fratello di un esponente del clan mafioso Cappello, coinvolto anche nell’operazione antimafia Camaleonte del giugno scorso, e che nella cella del carcere dov’è recluso è stato trovato con un telefonino. Naturalmente il ferito non ha dato alcuna indicazione agli investigatori.
Ha invece mostrato il proprio dolore Niko Pandetta, cantante neomelodico nipote dello storico capomafia boss Turi Cappello, che ha già fatto parlare di sè dicendo cose non proprio carine su Falcone e Borsellino: sul proprio profilo Fb ha dedicato un post a Vincenzo Scalia, forse suo parente, pubblicando una loro foto insieme.
“Riposa in pace vita mia – ha scritto Pandetta – non mi poteva arrivare notizia più brutta. Ancora non ci credo angelo. Per mio fratello Enzo riposa in pace. Mi dicevi sempre ‘quando mi scrivi una canzone’? Non volevo farlo per la tua morte. Adesso sarai il mio angelo custode per tutta la vita, ti amo fratellino”.
Le indagini sul massacro di Librino sono seguite dal sostituto procuratore della Dda Alessandro Sorrentino e coordinate dall’aggiunto Ignazio Fonzo, il quale dirige il pool di magistrati che si occupa di diversi clan, compresi i gruppi Cappello e Bonaccorsi che gestiscono diverse ‘piazze di spaccio’ a Catania.
E questo segmento di mercato criminale potrebbe essere la pista per fare chiarezza su movente e dinamica della sparatoria con morti e feriti.