Un rinnovato impegno contro la mafia, cancro che non è stato del tutto estirpato e che anzi sembra trovare nuova linfa proprio tra le pieghe della pandemia e dei bisogni delle famiglie più fragili.
E’ stato ribadito ieri dalle forze politiche e sociali nella “Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
“Estirpare le mafie – ha sottolineato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella – è possibile e necessario. L’azione di contrasto comincia dal rifiuto di quel metodo che nega dignità alla persona, dal rifiuto della compromissione, della reticenza, dell’opportunismo”.
Tra le vittime innocenti anche persone quasi sconosciute, storie terribili come quella del netturbino messinese Antonio Falcone, ricordata dal Qds.it.
Anche Papa Francesco, durante l’Angelus, ha ricordato questa giornata e ha sottolineato che le mafie – definite “strutture di peccato”, “contrarie al Vangelo di Cristo”, che “scambiano la fede con l’idolatria” – , “sfruttando la pandemia si stanno arricchendo con la corruzione”.
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha ricordato tutti i caduti per mano della mafia con un fascio di fiori alla Casa del Jazz a Roma, bene confiscato alla banda della Magliana, davanti alla stele che ricorda i loro nomi.
A Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia, sono stati ricordati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con l’inaugurazione di un murale a loro dedicato.
A Bitonto, in Puglia, invece è stato affisso sulla facciata del Comune uno striscione per ricordare Anna Rosa Tarantino, l’anziana signora uccisa per errore nel centro antico della città durante uno scontro a fuoco tra clan malavitosi.
“Lo Stato faccia sentire che c’è. Specialmente oggi, con l’emergenza economica aggravata dalla pandemia, è alto il rischio che i clan facciano da banche alle imprese e da ufficio di collocamento per chi perde il lavoro”, ha dichiarato il presidente del Senato, Elisabetta Casellati.
Sulla stessa scia il presidente della Camera Roberto Fico: “Occorre fare di più, le mafie si accaparrano gli spazi lasciati vacanti dallo Stato, si approfittano di diseguaglianze, degrado, marginalità per penetrare nel tessuto economico e sociale: non possiamo permetterlo”.
La ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha posto l’accento sulla necessità di “costruire una sempre più forte cultura della legalità e della giustizia e sensibilizzare le nuove generazioni ad agire con determinazione contro chi intende inquinare la nostra comunità e la nostra economia, ricorrendo spesso alla violenza e alla forza intimidatrice”.
Per Maria Falcone, la sorella di Giovanni, il magistrato ucciso a Capaci, “mai come quest’anno, in un Paese addolorato e assediato dall’emergenza sanitaria, è fondamentale ritrovarsi, seppure a distanza, per ribadire e tenere fermi i valori della legalità e dell’antimafia”.
L’ex premier Giuseppe Conte ha ricordato invece che “le organizzazioni mafiose sono diventate una grande holding finanziaria che mobilita un volume di ‘malaffare’ di 220 miliardi di euro all’anno, l’undici per cento del Pil: più di quanto l’Europa ci mette a disposizione con il programma Next generation Eu”.
Giorgia Meloni (FdI) ha ricordato gli “eroi italiani Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il generale Dalla Chiesa, Rocco Chinnici e le tante altre vittime non vanno dimenticate nell’oblio della storia”.