Cronaca

Mafia, sequestro da un milione di euro a Giuseppe Sansone: ecco chi è

La Polizia di Stato, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Palermo e del Questore di Palermo, ha eseguito il sequestro di un’impresa edile di proprietà di un congiunto di Giuseppe Sansone (classe 1950) – situata in zona Uditore – e di diversi rapporti finanziari intestati a Sansone e ai suoi familiari.

I beni sottoposti a sequestro hanno un valore di circa un milione di euro.

Mafia, maxi sequestro a Giuseppe Sansone e familiari

Giuseppe Sansone, al momento detenuto in qualità di esponente di spicco della famiglia mafiosa di Uditore (storicamente inserita nel mandamento mafioso di ‘Passo di Rigano – Boccadifalco’), ha una carriera criminale iniziata già negli anni Novanta. Al tempo era stato destinatario della sentenza irrevocabile di condanna per il reato di associazione di stampo mafioso.

In particolare, gli inquirenti hanno rilevato il suo ruolo di soggetto stabilmente inserito nel sistema di spartizione degli appalti dell’organizzazione mafiosa Cosa nostra, e uomo di fiducia del boss Salvatore Riina per il quale si è messo a disposizione durante la sua latitanza anche come autista. Infatti, in seguito alla cattura del boss di Cosa nostra Salvatore Riina, avvenuta nel 1993, durante la perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione dove il boss ha trascorso l’ultimo periodo di latitanza, sono stati ritrovati appunti manoscritti con riferimenti anche ad altri membri della famiglia di Sansone.

I beni sotto sequestro

L’indiscussa pericolosità di Giuseppe Sansone è stata sancita negli anni ‘90 anche dal decreto di applicazione nei suoi confronti della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 4 anni e della confisca di beni, emessa anche nei confronti del fratello Gaetano, essendo stato riconosciuto come l’attività imprenditoriale dei due fratelli fosse funzionalmente collegata a manifestazioni di condizionamento mafioso per l’aggiudicazione dei pubblici appalti.

Il ruolo operativo di Sansone emerge dalle indagini passate come da quelle recenti, a testimonianza della sua influenza imprenditoriale esercitata con continuità dagli anni ‘80/’90 fino a oggi, caratterizzata dall’utilizzo della forza intimidatrice esercitata da cosa nostra nel campo degli affari in special modo nel campo dell’edilizia. In particolare la società, oggetto di odierno sequestro, costituita nel 2006 da Giuseppe Sansone e la coniuge, nel 2008 è stata trasferita a un congiunto, nonostante lo stesso non disponesse dei redditi sufficienti per fare fronte all’investimento necessario per l’acquisto delle quote della società.

Inoltre, gli esiti delle attività di captazione telefonica nel corso delle indagini hanno consentito di accertare che, anche dopo la cessione dell’azienda, la gestione di fatto della stessa è rimasta pienamente in capo a Giuseppe Sansone. L’uomo ha continuato, infatti, a occuparsi di procacciare lavori alla società, di decidere in ordine all’acquisto dei beni strumentali e all’assunzione degli operai e di curare i rapporti con i clienti e i fornitori.

Sulla base dell’acclarata e persistente pericolosità di Sansone, caratterizzata dalla sua stabile partecipazione al sodalizio mafioso, l’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Palermo ha avviato le indagini patrimoniali che hanno permesso di individuare i beni oggetto dell’odierno sequestro, formalmente intestati ai familiari, ma di fatto riconducibili al detenuto. Sansone, in virtù della sua posizione di spicco all’interno di Cosa nostra, ha potuto investire ingenti capitali, frutto di illecita provenienza, per l’acquisizione di tali beni.