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Mafia, ucciso a Vittoria ex collaboratore di giustizia

Un ex collaboratore di giustizia, Orazio Sciortino, 51 anni, è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco nelle campagne di Vittoria, nel Ragusano.

Il cadavere dell’uomo è stato trovato per terra, in un terreno di sua proprietà, sulla strada provinciale tra Vittoria e Santa Croce Camerina.

Le indagini sono condotte dalla squadra mobile di Ragusa e dal commissariato di Vittoria.

Sciortino, affiliato al clan mafioso Carbonaro Dominante, con le sue dichiarazioni aveva contribuito a fare luce sulla strage di San Basilio di Vittoria del 2 gennaio 1999 che causò cinque vittime.

Sciortino fuori dal programma di protezione

Sciortino era da tempo fuori dal programma di protezione.

Dopo l’ispezione cadaverica da parte del medico legale è emerso che Sciortino è stato ucciso con alcuni colpi di fucile al collo e al torace. L’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni, chiarirà meglio i contorni di questo delitto che secondo gli inquirenti non avrebbe una matrice mafiosa.

La pista che al momento gli investigatori del commissariato di Vittoria e della Squadra Mobile di Ragusa, coordinati dal pm Gaetano Scollo, sembrano privilegiare è quella di un regolamento di conti tra la manovalanza locale per la spartizione del bottino di furti o rapine.

Sciortino era infatti stato arrestato dai Carabinieri quattro mesi fa per diversi furti commessi nelle campagne del ragusano insieme ad altri due vittoriesi: Giovanni Iudice, 54 anni, ed Emanuele Garofalo, di 39.

La strage di San Basilio a Vittoria

Sciortino più volte era stato protagonista di vicende di cronaca. A parte la sua collaborazione con la giustizia che contribuì a dare indicazioni utili agli investigatori sulla strage di San Basilio compiuta da esponenti della Stidda nel bar Esso di Vittoria – con cinque morti, tra i quali due vittime innocenti che si trovavano lì per caso – l’uomo era stato coinvolto nel mese di marzo dello scorso anno in una lite sanguinosa.

Ferito alla testa in una rissa

Sciortino era stato ferito alla testa da un colpo di bottiglia nel corso di una rissa in casa del fratello, Emanuele, scatenata da Hedi Belgacem, 32 anni, che sosteneva di vantare un credito con i due. Per l’aggressione Belgacem è stato di recente condannato a sei anni e mezzo di carcere.