Pezzi di Pizzo

Mafiopoli

Altro arresto altra corsa interrotta. Ormai è andata. La partita di una città normale è terminata. Altro che tram o waterfront. Palermo è tornata a quarant’anni fa. Cosa resterà degli anni 80 chiedeva Raf, la risposta è semplice, Palermo.

Con i suoi problemi irrisolti, con il suo degrado morale e culturale. Il centro città che vive in un mondo a parte rispetto alle sue borgate. In cui l’assistenzialismo pubblico non ha assolutamente cancellato la cultura del più forte a cui rivolgersi per aggiustare i problemi individuali. La politica palermitana ha fallito. Nulla è cambiato.

Coloro che sono preposti a costruire la politica inventano sempre più liste, si frazionano indefinitamente. La politica non si fa al momento del voto. Si costruisce con pazienza e sudore quotidiano, una modalità selettiva in cui ci si conosce e ci si riconosce.

Se la politica si fa due mesi prima delle elezioni pur di fare una lista si imbarca chiunque, in una lotteria del voto. È grande la superficialità con cui si mettono in lista le persone. Superficialità e spregiudicatezza sono quasi ineludibili se si devono magari chiudere le liste e, a 48 ore dal voto, ti mancano quasi la metà dei candidati.

In questi lenzuoli elettorali, con 800 candidati per 20 liste mi spiegate come si fa a fare una cernita, una selezione accurata dei profili di persone di cui una gran parte non si sono mai viste, ed hanno girato tutti i partiti e cambiato pure le coalizioni? Che ti capitino due o più personaggi dediti a modalità illecite non è un incidente, è quasi un dato statistico.

E poi non si è ancora capito, da parte di coloro che si buttano con  spregiudicatezza in questa riffa elettorale, che il voto di scambio, soprattutto politico-mafioso, è perseguito con sufficiente successo da diversi anni? Certo alcune altalenanti sentenze non hanno giocato a favore, ma ormai si sta creando una giurisprudenza abbastanza solida in materia.

I responsabili dei partiti non hanno capito tutto ciò? O il risultato da ottenere a qualunque costo, quasi più per conteggi interni che per scopi politici complessivi, gli ha ottenebrato così tanto le menti? Tutto sembra gestito con approssimazione e incoscienza. Perché se fosse scelto con dolo, al tempo dei trojan e di altri sistemi, sarebbe veramente idiozia. Una sorta di roulette russa.

Il dato che emerge è duplice. Da un lato problemi e programmi verranno riposti e non più dibattuti, perché dopo il Covid 19 a Palermo c’è l’emergenza mafia. Dall’altro l’immagine di questa città, dopo il grande “cambiamento culturale” dell’epopea orlandiana, è tornata a quella dei tour di mafia. Ai turisti di quest’estate, invece che il Palazzo Reale o San Giovanni degli Eremiti, potremo fare girare Uditore o Brancaccio, parlando dei monumenti immateriali che ci immortalano in Mafiopoli. La sceneggiatura è pronta. Purtroppo mancherebbero le musiche del grande Ennio.

Così è se vi pare.