Ha chiesto di andare in pensione in anticipo Giuseppe Creazzo, il procuratore di Firenze attualmente sotto procedimento disciplinare davanti al Csm dopo le accuse di molestie sessuali rivoltegli dalla pm di Palermo Alessia Sinatra: la donna ha denunciato di essere stata molestata dal collega nel 2015.
Il magistrato, che è di Reggio Calabria – in magistratura dal 1984 prima di Firenze aveva lavorato quasi sempre in Calabria e, dal 2009 al 2014, era stato procuratore di Palmi – parla di una sua “scelta autonoma e personale”, come è suo diritto “avendo già maturato più di 44 anni di servizio”.
Aggiunge che il prepensionamento non avrà decorrenza immediata e che il suo mandato a Firenze “terminerebbe comunque prima di un anno per il raggiungimento del limite massimo di permanenza”.
“La mia scelta – precisa Creazzo – è scaturita dal fatto, verificatosi nei primi giorni di questa settimana, che il Csm ha definito le procedure concorsuali per i posti direttivi che formavano oggetto delle ultime mie domande pendenti assegnandoli ad altri magistrati. E poiché non potrò più fare domande perché ho raggiunto i limiti di età, la mia carriera professionale non ha ulteriori prospettive. Per questo ho liberamente scelto di chiedere di andare in pensione, ma non immediatamente”.
Con riferimento poi al procedimento disciplinare, “non ho difficoltà a riaffermare pubblicamente – aggiunge – di non avere in nessun modo commesso i fatti che mi sono stati contestati”.
Lo scorso 7 maggio si era aperto davanti al Csm il procedimento disciplinare nei confronti di Creazzo, la cui difesa ne aveva chiesto lo svolgimento a porte chiuse: il collegio – presieduto dal vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini – aveva accolto l’istanza di privacy.
Lo scorso 22 aprile aveva invece preso l’avvio – a porte aperte, sempre davanti al Csm – il procedimento disciplinare a carico della stessa Alessia Sinatra: la pm di Palermo (che con il suo collega condivideva la militanza nella corrente di Unità per la Costituzione) è la vittima delle presunte molestie sessuali di cui è incolpato Creazzo, ma al tempo stesso deve difendersi dall’accusa di aver tenuto verso il procuratore di Firenze un comportamento “gravemente scorretto” per alcuni messaggi sul suo conto inviati all’ex presidente dell’ Anm Luca Palamara, all’epoca leader di Unicost, quando Creazzo concorreva per la nomina a procuratore di Roma.
Secondo la contestazione, la pm voleva così tentare di condizionare negativamente i consiglieri per una sorta di “rivincita morale” sul capo dei pm di Firenze.
Le molestie sarebbero avvenute nel 2015 in un hotel dove i magistrati si trovavano per motivi di lavoro.
Un teste a favore della pm, il neuropsichiatra Francesco Vitrano, ha raccontato che la magistrata gli raccontò “che al ritorno da una cena di lavoro, mentre rientrava nella sua camera, il collega ebbe un approccio fisico intrusivo e questa cosa l’aveva turbata molto”.
Secondo il capo di incolpazione, Creazzo avrebbe compiuto atti sessuali nei confronti della pm di Palermo “approfittando dell’assenza di altre persone e agendo con rapidita’ di azione, in modo da sorprendere insidiosamente le altrui capacità reattive di difesa” .
Così facendo avrebbe leso la dignità personale e la libertà sessuale della collega, di cui aveva carpito la fiducia, “facendo leva sul rapporto professionale e sulla relazione di amicizia”.