La notte tra sabato e domenica un primo violento acquazzone ha colpito Messina e la sua provincia: strade allagate e frane a Terme Vigliatore, Basicò, Novara di Sicilia e Tripi. Poi la dichiarazione dell’allerta arancione e la scelta del sindaco Cateno De Luca di disporre subito la chiusura dei cimiteri e delle ville comunali e rinviare la campagna di screening anti-coronavirus per gli studenti peloritani.
E anche nella mattinata di ieri ha ricominciato a piovere con intensità mentre soffiava un vento di ponente con raffiche intorno ai 25 nodi.
Frane, allagamenti e smottamenti hanno costretto all’evacuazione alcuni abitanti, in particolare a Terme Vigliatore, dove un fiume di acqua fango e detriti ha inondato strade, garage e abitazioni.
All’opera i mezzi dei Vigili del fuoco e della Protezione civile.
Un’altra squadra di pompieri è giunta da Palermo a Terme Vigliatore e anche a Furnari.
250 millimetri di pioggia sono caduti a Novara di Sicilia, 170 millimetri a Tripi. Nella frazione San Basilio, a Novara di Sicilia, alcune famiglie sono state evacuate, altre sono isolate.
Sempre per il maltempo, a Messina, di nuovo chiuso il porto di Tremestieri. Le navi sono dirottate al porto storico e alla rada San Francesco, di conseguenza i tir passano dal centro città.
Fermi i collegamenti con le Eolie a causa del forte vento di Scirocco.
Musumeci, il Messinese territorio fragile
Una situazione da tenere sotto controllo, tanto che ieri il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, aveva dichiarato di essere “in costante contatto con il capo della Protezione civile regionale, che si è subito attivata, assieme ai Vigili del fuoco e ai volontari, per fare fronte alla nuova ondata di maltempo in Sicilia”.
“Particolarmente colpito il Messinese – ha sottolineato il Governatore -, area fra le più vulnerabili dell’Isola dal punto di vista idrogeologico. Colpa della fragilità del territorio? Sì, ma anche della irresponsabilità dell’uomo”.
Baraccopoli Messina, appello Prestigiacomo a Provenzano
E a proposito di fragilità del territorio, sempre ieri è arrivata una nota della deputata di Fi Stefania Prestigiacomo, vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, che si è “appellata al ministro per il Sud Provenzano, affinché intervenga con un emendamento governativo, che siamo pronti a sostenere, che stanzi le risorse necessarie” per risolvere il problema “delle baraccopoli di Messina, che si trascina da decine e decine di anni, interessa migliaia di cittadini e famiglie che vivono ancora oggi in condizioni di degrado assolutamente inaccettabili”.
Lo ha detto ricordando che Forza Italia ha depositato in Parlamento una proposta di legge sulle baraccopoli “il cui iter avanza con troppa lentezza”.
“Per questo avevamo presentato con la collega Siracusano un emendamento in legge di bilancio che riprendeva i contenuti della proposta di legge, per accelerarne, cosi, la sua approvazione, confidando sul fatto che è unanime in Parlamento la volontà di risolvere il problema. Purtroppo il nostro emendamento non è stato ammesso”.
Va ricordato che l’iter della legge è stato avviato nel settembre scorso con le audizioni in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, ma che in realtà sono tre le proposte presentate: oltre a quella di Fi, ci sono anche i testi sottoscritti dal dem Pietro Navarra e da Francesco D’Uva (M5s).
Periferie fragili anche a Catania
E anche a Catania ci sono periferie fragili, come il Villaggio Santa Maria Goretti, colpito dalla tromba d’aria della settimana scorsa, in una città che, ha detto il vicesindaco Roberto Bonaccorsi, in quell’occasione ha patito danni per cinque milioni di euro. E il governatore Musumeci, dopo un sopralluogo, aveva annunciato la proclamazione dello Stato di calamità, disponendo una immediata ricognizione dei danni subìti dalle civili abitazioni e dalle aziende per avanzare alla Protezione civile nazionale la richiesta dello stato di emergenza e il conseguente ristoro ai privati.
Una pulizia straordinaria del Villaggio Goretti
Nel Villaggio, le coperture dei capannoni erano state strappate dalla terribile forza del vento e avevano rischiato di uccidere alcuni avventori del chiosco della piazzetta. La forza della tromba d’aria aveva fatto saltare tegole e grondaie di moltissime abitazioni, abbattuto i ficus della piazzetta e spezzato una quindicina d’alberi, alcuni molto grandi. In un deposito di camion aveva addirittura abbattuto alcuni Tir.
Gli abitanti raccontano che gli alberi sono stati rimossi, la piazzetta è stata ripulita, ma non è stato portato via gran parte del materiale divelto dal vento: accatastato davanti alle case, dà di sé, come dimostrano queste immagini, uno spettacolo non proprio edificante.
L’intero Villaggio Santa Maria Goretti, poi, come dimostrano queste immagini, avrebbe bisogno di una pulizia straordinaria.
La paura di nuove esondazioni
Ma la loro maggiore preoccupazione riguarda le condizioni di un canale che non è stato ripulito dalla vegetazione come avveniva un tempo e che potrebbe causare, in caso di altri acquazzoni, un ennesimo allagamento del Villaggio Santa Maria Goretti, chiamato ironicamente “la piccola Venezia”, che si trova a ridosso dell’aeroporto internazionale di Fontanarossa.
E ieri mattina i nuvoloni che oscuravano il cielo gli abitanti del Villaggio, hanno terrorizzato gli abitanti.
Il borgo – fin dal 2012, quando la situazione provocò un’autentica sollevazione popolare – finiva allagato durante le forti piogge perché l’acqua, quando il canale che costeggia i parcheggi dell’aeroporto non viene ripulito dalla vegetazione, non riesce a defluire.
Le foto del canale incriminato
Gli abitanti del Villaggio ci hanno inviato una serie di immagini fotografiche che ritraggono il canale incriminato e dimostrano come non sia stato ripulito e che quindi il rischio di esondazione sia altissimo.
Un allagamento potrebbe creare anche disagi non soltanto a chi vive nel Villaggio Santa Maria Goretti, ma anche ai viaggiatori in partenza da e per Catania perché allagherebbe le vie di ingresso e uscita dal lato est dell’aerostazione.
E per il prossimo 12 dicembre le previsioni del tempo indicano nuove pioggie su quella zona.
Così, da tempo, alcuni tra gli abitanti hanno inserito delle paratie per proteggere le proprie case da eventuali esondazioni.
E tutti procedono al sistematico rito collettivo di collocare, qualora le previsioni indichino pioggia, le auto in aree del Villaggio in cui l’acqua non arriva.
L’appello degli abitanti al Sindaco
Adesso che Salvo Pogliese è tornato sulla poltrona di Sindaco in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla Legge Severino, è a lui che si rivolgono gli abitanti del Goretti, chiedendo che il cabale venga ripulito in modo da evitare il rischio di esondazioni e dunque di vedere allagate le proprie case.
Gli ultimi allagamenti risalgono al 14 settembre del 2020, quando alcune aree di Catania, tra cui il Goretti, divennero impraticabili perché completamente sommerse dall’acqua, con la Cisl che parlava di “allarmi rimasti inascoltati”.
Due anni fa gli abitanti bloccarono le strade
Polemiche contro la mancata manutenzione di torrenti e canali dopo gli allagamenti del quattro ottobre del 2018.
“Sono bastati due giorni di forti precipitazioni – scriveva allora il Quotidiano di Sicilia per mettere in ginocchio Catania, in particolare alcune aree come la zona industriale e il Villaggio Santa Maria Goretti, dove, negli anni passati, il fenomeno si verificava con molta frequenza. E ora i catanesi sono su tutte le furie”.
Sì, perché in quell’occasione fu bloccata la strada di accesso all’aeroporto, che attraversa proprio il Villaggio, per protestare e chiedere interventi urgentissimi.
“Anche l’ex sindaco Bianco – si legge nell’articolo -, che sulla zona sud di Catania aveva lavorato per evitare problemi idrogeologici, non le ha mandate a dire all’amministrazione guidata da Salvo Pogliese. ‘Provo rabbia – scrive l’ex primo cittadino – e dolore. Per cinque anni, grazie alla manutenzione attenta dei canali, il Villaggio Santa Maria Goretti e la scuola del quartiere non si erano più allagati. Non posso accettare che si sia verificata una sorta di inondazione”.
E il 28 ottobre del 2018 si era tornato a parlare del problema nel Consiglio comunale di Catania dopo un’interrogazione consigliare del Movimento cinque stelle con prima firmataria Lidia Adorno
https://qds.it/29998-catania-bombe-acqua-entrano-in-consiglio-cinquestelle-manca-una-strategia-htm/
“Volevamo sapere quale strategia sta mettendo in campo l’Amministrazione comunale perché capiamo che il problema è molto più grande e che non si possono controllare i fenomeni atmosferici, ma ci sono dei progetti in campo e delle strategie da attuare”.
Polemiche, poi, c’erano state per un ventilato progetto di spostamento degli abitanti del rione, propugnato dal presidente della circoscrizione.