Consumo

Caro voli in Sicilia per le festività ma “nel 2023 la situazione non sarà migliore”

Uscire fuori dalla Sicilia è diventato sempre più costoso. Il mercato per il trasporto aereo, nel 2022, vede l’aggravarsi del contributo siciliano alle compagnie aeree ‘straniere’ di quasi tre miliardi. Contro una spesa di un miliardo nel 2018, nel 2022 si arriveranno o a pagare in totale quasi quattro miliardi. A comunicare questi dati è Claudio Melchiorre, presidente del Movimento elettori e consumatori e vice presidente del Consiglio di sorveglianza di aerolinee siciliane, l’organo di garanzia e indirizzo della società per azioni.

Una condizione intollerabile, perché non è suffragata da un tale aumento dei costi che ne giustifichino l’entità.

Caro voli in Sicilia per le festività ma “nel 2023 la situazione non sarà migliore”

“Nel 2023 – dice – la situazione non sarà migliore. La condizione di insularità siciliana ci porterà, a queste condizioni, a rallentare anche gli scambi e i viaggi d’affari, il maggiore costo per partecipare a fiere, maggiori difficoltà per i viaggi sanitari e minori rientri per gli studenti iscritti nelle università fuori dalla Sicilia”.

La condizione di insularità, insomma, non può diventare sinonimo di isolamento, con un conseguente rallentamento dell’economia dell’intera regione.

Servono soluzioni strutturali

“Abbiamo bisogno di soluzioni strutturali – ha detto ancora Melchiorre – e le giuste denunce del presidente della Regione all’antitrust non risolveranno la questione, considerato che la strozzatura siciliana sono gli aeroporti, insufficienti, e gli scarsi trasporti interni che ingolfano i due aeroporti maggiori”.

Proprio in questi giorni è stato lo stesso presidente della regione, Renato Schifani, a sollevare il problema: “La giunta regionale – aveva detto – ha deliberato all’unanimità la mia proposta di dare incarico immediatamente a una struttura legale specializzata in ricorsi all’Antitrust, perché si possa valutare l’opportunità e poi immediatamente rivolgersi all’Autorità che vigila sulla concorrenza”. Schifani ha detto chiaramente come si stia attuando una operazione di “cartello” tra Ita e Ryanair, decidendo il rialzo delle tariffe, che arrivano fino a 700 euro.

Chiesto un incontro con il presidente Schifani

“Questa è una situazione scandalosa che non può trovare accoglimento da parte delle istituzioni e che penalizza la popolazione siciliana – aveva detto ancora il governatore siciliano -. Noi siamo qui a tutelare i diritti dei nostri giovani e delle nostre famiglie”. E Melchiorre ha chiesto proprio un incontro con il presidente della Regione, per poter discutere delle possibili strade da percorrere per risolvere l’increscioso problema.

Nella speranza che si riesca a trovare nel mondo politico la giusta attenzione e volontà nel risolvere il problema.

Il Mec ha quindi inviato al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani una richiesta di incontro per realizzare una giornata di studio con chiunque voglia ottenere il risultato di una compagnia aerea che abbia il suo centro in uno degli aeroporti siciliani.

Una soluzione siciliana e di “bandiera” va fatta

“Ora che i prezzi dei biglietti aerei sono arrivati a superare i seicento euro per andare e tornare da Roma o Milano, una riflessione pacata per una soluzione siciliana e di ‘bandiera’ va fatta”.

Oltre ai 4 miliardi di biglietti aerei, la Sicilia, secondo le stime del Mec, pagherebbe almeno 50 milioni tra contributi, sconti, iniziative di co-marketing.

“Quello che è mancato nella passata legislatura è stata la mancanza di concordia – conclude Melchiorre – per sostenere un nobile tentativo che parte da privati cittadini siciliani e da imprenditori solidi e illuminati. Ci auguriamo che il presidente della Regione accolga la nostra idea di un incontro tecnico e politico di livello regionale per affrontare una questione che rischia di essere l’ulteriore zavorra per il nostro sviluppo. A questi prezzi, anche la stagione turistica futura rischierà di essere compromessa”.

Michele Giuliano