Sanità

Mamma si risveglia tetraplegica dopo operazione: “Manovra eseguita da specializzando”

Un’operazione di routine, quella dell’asportazione di un tumore benigno, per una mamma di due bambine si trasforma nel peggiore degli incubi. A raccontare l’ennesima storia di malasanità, al Corriere della Sera, è Sabrina Di Girolamo. Entrata in sala operatorio per un intervento definito a rischio zero dagli stessi chirurghi, la donna si è risvegliata tetraplegica ad uno stadio gravissimo, con impossibilità di movimento di tutti e quattro gli arti. “Non potrò più camminare nè abbracciare le mie figlie”.

L’indennizzo

Secondo i magistrati del tribunale civile di Verona, che hanno riconosciuto a Sabrina un indennizzo economico per i gravissimi danni subiti, pari a un milione e 600 mila euro, quanto successo in sala operatoria era evitabile. Motivo che ha spinto la procura a rinviare a giudizio i due medici che l’hanno operata. Si tratta di un neurochirurgo accusato di lesioni colpose e l’anestesista, per il quale precedentemente era stata chiesta l’archiviazione.

Gravi accuse

Gravissime le accuse mosse dal giudice, secondo il quale «la manovra di posizionamento della paziente è stata scorrettamente eseguita provocando il trauma che avrebbe poi determinato l’attuale condizione di tetraplegia». La condizione irreversibile della donna sarebbe stata causata dall’autore della manovra. Si tratta di un medico specializzando, «la cui attività avrebbe dovuto essere supervisionata dal neurochirurgo responsabile dell’intervento» assente durante la manovra.