Politica

Manovra, Reddito di cittadinanza, Brunetta, una vera riforma

Il vecchio sistema per il reddito di cittadinanza “era un’accozzaglia di confusione, ideologismi, soluzioni improbabili. In due anni e mezzo è costato 19,6 miliardi”.

Lo ha detto in un’intervista al Corriere della Sera il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, parlando delle nuove regole per la misura.

“L’idea di fare tutto per via digitale, a distanza, non poteva funzionare. Questa è una materia che richiede la presenza, colloqui costanti. Ora chi non si presenta al centro per l’impiego ogni mese, se non ha ragioni valide, perde il sussidio o gli viene ridotto”.

Quella sulla misura “è una vera riforma, quasi una rivoluzione, che ha visto la massima collaborazione di tutti i partiti della maggioranza, senza arroccamenti ideologici”.

La prima grande innovazione “è tracciare una netta distinzione fra occupabili e non. Oggi 1,68 milioni di nuclei familiari ricevono il reddito, per un totale di 3,8 milioni di persone coinvolte, ma dei beneficiari solo circa un terzo è occupabile. È su questo che si deve intervenire con le politiche attive del lavoro” spiega.

“Nel sistema com’è i beneficiari possono ricevere una raccomandata a casa con l’offerta di lavoro, ma c’è chi la evita proprio per non far scattare l’eventuale rifiuto. Meglio rafforzare il personale dei centri per l’impiego per fare gli screening che mandare assegni online in Romania”.

Invece misure come Quota 100 “le chiamo bandierine: e Quota 100 è una bandierina-ina-ina, uno spreco di risorse deciso dal governo giallo-verde nel 2018. Ma più che la Lega, che non l’ha difesa più di tanto, stavolta a tentare di blindare Quota 100 sono stati i sindacati. Ancora non ho capito perché”.

Rispetto all’alleata Lega di Matteo Salvini, Brunetta osserva: “Noi siamo diversi, distinti e anche un po’ distanti. Avevo auspicato nel passato una maturazione in senso europeista che portasse all’ingresso della Lega nel Partito popolare europeo. Ma ogni volta che qualcuno glielo suggerisce, Salvini fa il contrario”.

Ora “spero che Draghi possa continuare fino al 2030. In tutte le forme possibili. È la nostra assicurazione sulla vita”. (ANSA)