Ambiente

Un tuffo nel mare siciliano… tra i veleni come mercurio e microplastiche

PALERMO – Anche nel 2021 il mare siciliano non ha goduto di buona salute. È ormai una realtà evidente anche ai profani, e i dati raccolti dall’Arpa, l’azienda regionale per la protezione dell’ambiente, non fanno altro che confermare lo stato preoccupante in cui versano le acque che circondano l’Isola. Il monitoraggio delle concentrazioni di sostanze inquinanti viene effettuato lungo 6 transetti, posizionati nelle acque marine territoriali che circondano le coste siciliane, in due momenti nel corso dell’anno.

In tal modo vengono acquisite informazioni sulla presenza e sull’eventuale superamento dei valori soglia: su 36 campioni di acqua analizzati nelle due campagne, 5 hanno presentato il superamento della concentrazione massima ammissibile per il parametro relativo alla presenza di mercurio. Per fortuna, nessun’altra sostanza ha superato in concentrazione lo standard di qualità ambientale, espresso come concentrazione media annua (SQA-MA) secondo la normativa vigente. Rispetto al monitoraggio del 2019, sono rientrati nei range le concentrazioni rilevate nei campioni di acqua dei contaminanti nichel, cadmio e fluorantene. Al contrario, in tutti i 6 campioni di sedimenti prelevati si è registrato il superamento del range considerato accettabile di almeno un analita (sostanza disciolta in soluzione a concentrazione incognita, ndr). In particolare, in tutti i campioni si registra il superamento dei tributilstagno-composti, mentre solamente nei campioni prelevati in 3 aree (Capo Gallo, Isola delle Correnti e Capo San Marco) si riscontra il superamento della concentrazione della media annua dell’arsenico.

Rispetto al 2019, le concentrazioni dei contaminanti, Esaclorobenzene e Alfa-Esaclorocicloesano sono rientrati nei limiti di legge. Anche la presenza del cosiddetto microlitter, cioè le microplastiche di dimensioni comprese tra 5 millimetri e 300 ?m (micrometro), presenti nello strato superficiale delle acque di mare, non è indifferente.

Il monitoraggio è stato effettuato in 6 tratti di mare individuati lungo l’intera costa della Sicilia. Nei campioni prelevati nella prima campagna del 2020 la forma presente in maggiore percentuale è stata quella dei frammenti, mentre in 3 stazioni prevalgono i filamenti. Nella seconda campagna, invece, si è registrato in quasi tutte le stazioni una netta prevalenza dei frammenti. Il valore massimo di oggetti (pari a 0,160 per m2 di acqua di mare campionata) è stato registrato a Campofelice di Roccella, la cui stazione si trova a 0,5 miglia nautiche (Mn), la stessa area in cui è stato rilevato il valore maggiore nel monitoraggio dell’anno 2019.

Considerato il massivo e continuo utilizzo di materiale plastico e la sua dispersione nell’ambiente marino, le indagini su questo indicatore sono di importanza fondamentale per monitorare la distribuzione delle microplastiche che possono influenzare l’ecosistema marino ed entrare a far parte della catena alimentare attraverso l’ingestione da parte di alcune specie animali. Sono state anche monitorate 6 aree in corrispondenza di plume fluviali, rilevanti insediamenti urbani e industriali. In ciascuna area è stato individuato un transetto nel quale sono state posizionate 3 stazioni di campionamento distanti dalla costa 0.5, 1.5 e 6 Mn. La concentrazione delle microplastiche, per forma e per colore, è stata espressa come numero di oggetti per m2 di acqua di mare campionata.

In generale, in tutte le aree di campionamento tra prima e seconda campagna è stata evidenziata una maggiore presenza di filamenti, in maggiore quantità nelle stazioni in provincia di Catania, Siracusa e Agrigento; una particolare presenza di foam, un materiale sigillante, nella stazione di Mondello, a Palermo.