Politica

“Pd? Serve costruire, non azzerare Torniamo in piazza a fare militanza”

PALERMO – La leadership di Elly Schlein inizia a prendere forma. Lavoro, diritti economici e sociali, battaglie che definiscano l’identità del nuovo Pd. Non mancano però le polemiche di alcune correnti sulla gestione del Partito che ha una sua struttura, i suoi potentati e una sua liturgia che in questo momento viene messa in dubbio. La Segretaria però rassicura tutti con un “Mettetevi comodi” che sa tanto di “Stai sereno” e con le prime tappe di quella che ha definito un’estate militante. Ne parliamo con Mari Albanese, componente dell’Assemblea nazionale del Pd e coordinatrice della mozione Schlein nella provincia di Palermo.

A cinque mesi dalla chiusura della fase congressuale, che leadership è quella di Elly Schlein? Si stanno ancora prendendo le misure?
“Un cammino politico e culturale che sta già palesando tutta la sua forza. Elly è la rivoluzione gentile che attendevamo da anni. Una leader capace con idee e programmi chiari per nulla timida sui temi di sinistra come chi l’ha preceduta. Le rivoluzioni non piacciono a tutti e il cambiamento è faticoso, dalla base alle altezze. Lo sapevamo quando abbiamo scelto di metterci in cammino al suo fianco, quando ancora era un sogno a cui credevamo in pochi”.

Le polemiche però potrebbero minare i buoni propositi che sicuramente hanno fatto avvicinare una parte della sinistra. Come si fa a non essere fagocitati come capitato a tanti suoi predecessori?
“Non accadrà perché il coraggio di alcune scelte ha un peso dentro e fuori il partito. Il linguaggio, la vicinanza alle piazze, il rimanere tra la gente, l’ascolto degli ultimi. I temi e le proposte sono già battaglie politiche e finalmente il partito di Schlein ha una linea chiara, di sinistra. C’è ancora una certa diffidenza e resistenza a questo nuovo che è arrivato a popolare uno spazio democratico che però deve esercitarsi a un ascolto più empatico. Posso raccontarti una cosa tutta palermitana?”

Certo.
“Il 25 aprile abbiamo portato le nostre bandiere in corteo e anche al Pride di Palermo. Non era mai accaduto! Un partito con una leadership chiara, forte e di cui andare fieri non ha paura di scendere in piazza e prendere una posizione netta su precariato, donne, ambiente, diritti delle famiglie arcobaleno e della comunità delle Lgbtquia+. Non si può avere paura di fare un’opposizione dura a questo governo reazionario e pericoloso che vede la povertà come una colpa e che demonizza la libertà delle donne”.

Il Pd torna a partecipare alle manifestazioni di piazza anche su temi specifici che potrebbero unire il fronte progressista. Da ultime, quella dei 5 stelle che ha creato qualche polemica, e poi la manifestazione della Cgil sulla sanità pubblica. Sta nascendo un partito più militante o si sta solo lavorando per future alleanze elettorali?
“La Segretaria ha invitato il partito, a tutti i suoi livelli, a non abbassare la guardia. Sarà un’estate militante perché ci sono urgenze che investono il nostro Paese e soprattutto la nostra regione e il Sud. L’autonomia differenziata, la gestione del Pnrr, il dramma della sanità pubblica, la povertà e la mancanza di lavoro. Abbiamo bisogno di un partito più militante. Le alleanze si costruiscono sulle battaglie, ma mantenendo sempre la propria identità. Al Pd questa identità è mancata”.

In Sicilia, il Pd non ha sicuramente fatto il pieno di voti negli ultimi appuntamenti elettorali. È cresciuto leggermente, ma rimane ancora sotto il 15%. Ancora non si sono visti grossi cambiamenti nei volti e nelle strutture di partito. Sono solo problemi di comunicazione o dobbiamo aspettarci qualche sorpresa?
“Io non credo nelle sorprese, soprattutto in politica. C’è bisogno di costruire e di farlo con metodo. Non di azzerare, ma di ripartire dalle fondamenta per rendere questa casa, la casa di tutte e tutti. Però è molto difficile riadattare una casa per fare spazio ad altre e altri e alle volte si preferisce far finta di spostare un divano, un quadro, ma di lasciare le mensole lì dove sono. Ma per fortuna esistono i giardini, le piazze, la strada ed è proprio lì che bisogna tornare a fare militanza”.