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La palermitana Maria di Gesù Santocanale proclamata Santa da Papa Francesco

Domenica 15 maggio, sul sagrato della Basilica di San Pietro, il Papa presiede la celebrazione eucaristica e il rito della canonizzazione di dieci beati. Tra questi anche la palermitana Maria di Gesù Santocanale,  fondatrice delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes.

Maria di Gesù Santocanale, da nobildonna a madre dei poveri e degli orfani

Le tappe della vita ricca di prove vissute grazie ad un legame profondo con Maria

Sarà santa domenica la fondatrice delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes. Nata a Palermo, di origini nobili, abbandonò gli agi per spendersi nel servizio agli ultimi. Morì a Cinisi nel 1923 ripetendo il nome di Gesù. Ma chi era Carolina Santocanale, che tutti chiamano ancora in dialetto siciliano “a Signura Matre”? L’appellativo riassume in maniera iconica la sua storia: nata da una nobile famiglia palermitana il 2 ottobre 1852, rifiuta matrimoni combinati e solo l’8 febbraio 1887 suo padre barone le dà il permesso di consacrarsi a Dio. Così a giugno riceve il saio nero delle Terziarie francescane regolari e la seguiranno nei mesi successivi tre compagne, il primo nucleo delle future suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes. Preso il nome di suor Maria di Gesù, inizia la questua per aiutare i poveri e fa la catechesi a decine di ragazzi lontani dalla chiesa ma anche dalla scuola.

Fonda un orfanotrofio per le bambine, un asilo nido, una mensa per gli indigenti e una scuola di ricamo per le ragazze, è vicina agli anziani soli con l’assistenza materiale e spirituale.

L’8 dicembre 1909 la Congregazione viene finalmente approvata dal vescovo di Monreale e aggregata all’Ordine dei frati minori cappuccini; le suore vestiranno un abito marrone.

Dopo tante prove e sofferenze, suor Maria di Gesù muore d’infarto a Cinisi il 27 gennaio 1923 ripetendo il nome di Gesù e guardando un quadro di san Giuseppe, di cui era molto devota: aveva 70 anni.

La beatificazione

Per la beatificazione, avvenuta a Monreale il 12 giugno 2016, è stato accertato il miracolo ricevuto da Andrea Cracchiolo, un giovane operaio: il 19 settembre 2003 lavorava nella nuova cappella attigua alla chiesa di Casa Madre, dove sarebbe stato sistemato il corpo della fondatrice. Cadde da oltre 11 metri di altezza nel punto esatto in cui sarebbe stato collocato il feretro di suor Maria, restando illeso.

Dal 1947 di diritto pontificio, l’Istituto oggi conta circa 140 suore, presenti – oltre che in Sicilia, Umbria e Lazio, con diverse vocazioni italiane – in Brasile, Albania, Madagascar e Messico.