C’è tanta rabbia e frustrazione tra i negozianti di Marsala, costretti a chiudere ancora una volta le attività a causa della zona rossa che è stata dichiarata nel territorio lilybetano a partire da domenica 11 aprile.
Già venerdì scorso, durante un incontro privato tra una rappresentanza di esercenti commerciali, si era deciso di non subire più passivamente l’ennesima batosta del settore. Oggi avrebbero voluto aprire le saracinesche dei propri locali, noncuranti delle restrizioni anti-Covid. Ma al momento, oltre una cinquantina di negozianti, si sono ritrovati in sit in, dapprima nell’area di fronte al Monumento ai Mille, per poi raggiungere la sede del Comune dove a riceverli è stato il sindaco Massimo Grillo assieme al suo vice Paolo Ruggieri, agli assessori Arturo Galfano e Giuseppe D’Alessandro, nonché al Presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano.
Presenti, anche per il mantenimento dell’ordine pubblico, il comandante della Polizia municipale Vincenzo Menfi e l’ispettore capo della locale Polizia di Stato, Giuseppe Grimaldi.
“Siamo esasperati – ci dice uno dei manifestanti – per l’ennesima chiusura subita per colpa di chi non ha rispettato le restrizioni a Pasqua. Noi che garantiamo la sicurezza nei nostri negozi, con igienizzanti, distanziamento e plexiglass, dobbiamo subire l’ennesimo stop nonostante al momento la Sicilia sia in zona arancione”.
Il sindaco, appena uscito dall’incontro ha dichiarato: “Il malcontento dei negozianti per la zona rossa è comprensibile ed è aggravato dalla disparità di trattamento con altre attività che sono aperte. Possiamo proporre soluzioni alternative, ma non andremo contro le leggi nazionali e regionali, semmai continueremo a vigilare. I commercianti marsalesi – settore abbigliamento, ristorazione, palestre, spettacolo – si impegneranno a far rispettare, come già fanno, le regole all’interno dei propri locali. L’amministrazione invece sta già pensando a ridurre i tributi comunali e a non far pagare la tassa di occupazione di suolo pubblico”.