La notizia che Mascalucia, Comune di poco più di trentaduemila abitanti della Città metropolitana di Catania, situato nella parte meridionale del vulcano Etna, sarebbe stata in zona arancione dal dieci al venti ottobre ha suscitato rabbia in molti cittadini che si chiedevano – e si chiedono – perché il presidente della Regione Nello Musumeci avesse firmato l’ordinanza.
Il provvedimento è stato adottato l’otto ottobre su proposta del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana. Le misure restrittive sono state adottate a causa dell’alto numero di positivi in rapporto ai vaccinati.
Sono tornate dunque in vigore nel territorio del Comune di Mascalucia alcune restrizioni non previste in zona bianca o gialla e tra queste il coprifuoco, l’impossibilità di circolare dalle 22 alle 5, ma solo per “chi non è in possesso di certificazione verde valida, ovvero non sia esente”, come specificato nelle FAQ dell’Assessorato alla Salute (LINK: https://www.regione.sicilia.it/la-regione-informa/covid-comuni-zona-arancione-faq-assessorato-alla-salute).
Insomma, cambia poco, rispetto alla zona gialla. Per la ristorazione resta il limite di quattro persone per tavolo, consumazione all’interno solo con Green pass, domicilio e asporto sempre permessi. Per palestre e attività commerciali si raccomandano le solite precauzioni e l’uso di certificazione verde.
Ma i cittadini si chiedono ugualmente a cosa attribuire la scelta della Regione e fanno varie ipotesi: c’è chi parla di un numero esiguo di vaccinati, chi del poco rispetto delle regole, chi, addirittura, di ingiustizia.
Con il recente cambiamento dei criteri per il passaggio da una fascia di rischio all’altra, si è tentato di evitare lockdown generalizzati. In parte ciò è dovuto alla necessità di far ripartire l’economia, in parte al bisogno di una tregua.
Dai provvedimenti degli scorsi mesi è derivata una sempre minore differenza tra una zona e l’altra.
Nella Mascalucia arancione, infatti, gli esercizi sono (naturalmente) attivi e, per chi possiede il Green pass, la vita è quasi identica a prima.
Per le strade del centro non si registrano grosse differenze di traffico: la gente, in fondo, deve comunque andare a lavorare, a prendere i figli a scuola, a fare la spesa… Per questo l’ora di punta continua a essere un incubo.
L’attenzione all’obbligo della mascherina, purtroppo, è piuttosto scarso: molti si rifiutano di indossarla o continuano ostinatamente a mantenerla sotto al naso, sul mento o sul gomito. Un problema serio e sin troppo diffuso.
Zona arancione, il nodo dei controlli
Il dibattito pubblico sui provvedimenti applicati, si concentra sui controlli, il cui numero non sembra mai essere sufficiente. E, nonostante i cittadini con cui abbiamo parlato non abbiano voluto esporsi – riportiamo infatti le loro opinioni indicando soltanto il nome proprio, in qualche caso di fantasia – è interessante ascoltare le varie opinioni.
“La zona arancione di Mascalucia – ha affermato Graziella – è conseguenza diretta del comportamento di gran parte dei suoi abitanti e personalmente concordo con la sua istituzione. A Mascalucia, a parte i tre mesi di lockdown nazionale del 2020, dove i controlli erano a tappeto, non ci sono state verifiche accurate. Questa mattina sono stata fermata a un posto di blocco sulla via del Bosco. Il Vigile mi ha detto che venivano effettuati controlli anche per negozi, perché siamo in zona arancione. Ho risposto che avrebbero dovuto farlo anche prima”.
“Fino a pochi giorni fa – ha aggiunto – molti esercenti, in zona gialla, non indossavano la mascherina. Sono vaccinata con doppia dose da mesi e sono consapevole di non essere immune al Covid-19 e che posso essere un veicolo di trasmissione del virus. Se tutti indossassero la mascherina e tenessero le distanze, il rischio di contagio verrebbe ridotto, ma questo non accade in modo costante”.
Secondo alcuni la zona arancione sarebbe un mezzo per sensibilizzare alla campagna vaccinale, visto che il Comune ha anche messo a disposizione un servizio navetta giornaliero per permettere agli abitanti di raggiungere il centro vaccinale.
“Credo – ha affermato Clorinda – che la zona arancione sia una punizione perché ancora qui a Mascalucia in molti non si sono vaccinati. Ma un popolo non si punisce, si educa. E ricordiamoci che non esiste obbligo vaccinale”.
Per Sara la colpa della zona arancione andrebbe attribuita principalmente “a chi non segue le regole, poco importa se vaccinato o meno.
“Basterebbe molto poco per muoversi in sicurezza e in libertà – ha dichiarato Massimo – e invece la situazione rimane così”.
Quasi tutti i cittadini, comunque puntano l’indice sulla scarsa informazione e sulle fake news diffuse, soprattutto via social, durante questa pandemia, e su uno scarso senso civico.
Proprio la disinformazione è per molti la vera piaga da combattere e l’impegno collettivo dovrebbe servire proprio a combatterla per tornare a vivere in serenità.
Ma questo si può ottenere soltanto attingendo le informazioni da testate giornalistiche autorevoli, senza credere a chiunque scriva sui social.
Marianna Strano
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