“Le mascherine Ffp2 si vendono ovunque e a volte senza i necessari quanto opportuni controlli di qualità e sicurezza. Le farmacie che stanno aderendo all’accordo hanno accolto l’invito del governo nazionale a praticare un prezzo calmierato fino a un massimo di 75 centesimi pur non avendo in tante il potere d’acquisto della grande distribuzione organizzata, con l’obiettivo di offrire ai cittadini un dispositivo medico assolutamente sicuro e indispensabile in questo particolare momento pandemico e, in alcuni casi, obbligatorio per lo svolgimento delle attività sociali e lavorative.
I margini di questa attività sono sicuramente risibili e non comportano benefici evidenti per le farmacie, che continuano a erogare il servizio nell’interesse della collettività. La fornitura di mascherine e presidi di sicurezza è un dovere: lucrare su questi articoli sarebbe immorale e contrario ai principi della professione del farmacista sui quali abbiamo prestato giuramento”. Lo dichiara Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente a Palermo di Federfarma.
“In occasione dell’emergenza pandemica le farmacie italiane si sono messe volontariamente a disposizione del Servizio sanitario nazionale consapevoli del loro ruolo di primo presidio sanitario di prossimità. La farmacia però è anche un’impresa privata che ha bisogno di sostenibilità economica per erogare efficacemente un servizio sociale e contribuire agli sforzi collettivi del Paese contro la diffusione del Covid. A riprova di ciò, nella sola Palermo la scorsa settimana sono stati vaccinati in farmacia 4.790 cittadini, ben 35.710 dallo scorso 3 settembre”.
“Tutto il personale – conclude Tobia – è impegnato ogni giorno ben oltre il normale orario di lavoro per garantire ai propri pazienti l’erogazione di servizi aggiuntivi come vaccinazioni e tamponi, per i quali le farmacie sostengono evidenti costi di gestione relativi, ad esempio, alla sanificazione dei locali, ai Dispositivi di protezione individuale, ai guanti, ai materiali di consumo: tutto ciò al fine di erogare un servizio, oggi primario, con la garanzia della sicurezza dei cittadini e del nostro personale sanitario”.