Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore, Raffaella Tregua, l’amministratore delegato di Edison Energia, Massimo Quaglini.
La vostra società è molto presente in Sicilia. Possiamo dire che siete siciliani d’adozione?
“In Sicilia abbiamo una presenza molto massiccia, che conta più di 150 tra negozi, corner e installatori. Inoltre, abbiamo un presidio importante a Palermo con Amg Gas e una sede a Catania. La nostra forza è proprio la presenza sul territorio, infatti abbiamo abbondantemente superato il mezzo milione di contratti. Inoltre, in Sicilia il Gruppo Edison ha quasi 150 MW di rinnovabile installato e oltre 290 GWh circa di producibilità attesa, così ripartiti: oltre 103 MW di eolico e oltre 45 MW di fotovoltaico. Considerando una produzione annua di oltre 290 GWh/anno totale per eolico e fotovoltaico, nell’Isola le emissioni evitate all’anno possono essere valutate intorno a 135.000 tonnellate di CO2 (considerando il coefficiente di emissione 2023 della tecnologia marginale, metodologia Ispra, ndr)”.
Dal punto di vista geografico dove si è realizzata maggiormente la crescita di Edison Energia?
“Vogliamo seguire i nostri clienti da vicino: per noi è importante il concetto di prossimità. Quando ci sono state le aste per le tutele graduali abbiamo investito proprio nei territori dove già eravamo più presenti: Toscana, Puglia, Calabria, Lazio, Campania, e naturalmente Sicilia, dove ci siamo aggiudicati le provincie di Messina, Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna”.
Nell’ultimo impianto che il Gruppo ha inaugurato, quello di Aidone, avete installato 91.000 pannelli fotovoltaici ma anche degli ulivi. È una modalità che replicate ogni volta?
“Nella realizzazione degli impianti poniamo molta cura alla riduzione dell’impatto ambientale. Come Edison Energia abbiamo un progetto per piantare alberi nelle città dove siamo presenti, in virtù delle aste che ci siamo aggiudicati. La sostenibilità è intrinseca al mondo Edison: siamo nati con le centrali idroelettriche e il nostro colore sociale è il verde, eredità del mondo agricolo di Ferruzzi. In Sicilia il Gruppo Edison produce energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili”.
Qual è l’obiettivo che mirate a raggiungere in termini di numero di clienti?
“L’anno scorso abbiamo superato i 2 milioni e adesso siamo già quasi 2,3 milioni. In pratica c’è un punto Edison ogni 2.000 contratti. Il nostro obiettivo per il 2030 è di arrivare ad avere 4 milioni di contratti, e visto che potrebbero arrivarne altri 700.000 dalle aste delle tutele graduali che abbiamo vinto, il risultato sembra più che alla portata. Per il 2030 potremmo anche pensare di porci un obiettivo ancora più sfidante”.
Che rapporto avete con i vostri partner sul territorio?
“La nostra rete conta più di 950 negozi. L’obiettivo è arrivare presto a 1.000, una soglia psicologica importante. I nostri partner hanno con noi una comunanza di valori e con loro ci intendiamo facilmente. Li chiamiamo i nostri negozi, ma sono dei nostri partner. Accompagnare i nostri clienti, sia privati che imprese, nella transizione energetica vuol dire collaborare con questi partner e dar loro l’opportunità di ampliare la propria attività, di svilupparsi e creare nuova occupazione. Oggi quando facciamo le convention siamo tantissimi, oltre duemila tra partner e tecnici”.
Il vostro gruppo pone grande attenzione anche alle tematiche sociali. Come si traduce concretamente questo vostro approccio?
“Quando abbiamo superato i due milioni di contratti abbiamo voluto riconoscere al nostro mondo un beneficio di 2 milioni di euro che abbiamo donato al Banco dell’Energia e alla Fondazione Eos, Edison orizzonte sociale, per la realizzazione di comunità energetiche solidali. Abbiamo già inaugurato la prima a Roma, la seconda si sta costruendo a Milano e la terza è appena iniziata a Foggia. A Palermo la Fondazione ha un progetto per la rigenerazione sociale per i giovani, il suo target principale, per cui sta cercando di costituire una comunità energetica. Pensiamo che operatori grandi e storici come noi debbano assumersi anche la conseguente responsabilità sociale. In quest’ambito portiamo avanti il progetto Energia in Periferia in Calabria, pagando le bollette a oltre cento famiglie in povertà energetica e aiutandole nella comprensione dei consumi per ridurre i costi. Stiamo replicando questo modello anche a Cagliari”.
Il tema della transizione energetica sta diventando sempre più centrale nel dibattito nazionale e internazionale. Chi sono, secondo lei, i veri protagonisti di questo importantissimo processo?
“Penso che siano le famiglie e noi vogliamo supportarle in questo cambiamento. Con le comunità energetiche condominiali (per chiedere informazioni è possibile contattare la mail comunita.energetiche@edison.it, ndr) ci facciamo carico degli investimenti e dei costi di manutenzione in cambio della gestione per vent’anni dell’impianto. Così l’energia, oltre che rinnovabile, diventa anche democratica e alla portata di tutti”.
Come si aiutano i consumatori a ridurre gli sprechi?
“Stiamo cercando di spingere sulla consapevolezza del cliente. Per questo abbiamo lanciato CoCo, un’app che permette di monitorare i consumi dei propri elettrodomestici e di intervenire, riducendo la spesa della bolletta”.
Quali sono i consigli principali che date alle famiglie?
“Per prima cosa, spegnere ciò che non si sta utilizzando. Lo stand-by del televisore, l’ora del forno, i led del wi-fi sono tutte luci accese che non servono, ma alla fine costano fino al 10% della bolletta”.
Sembra strano che un fornitore punti a vendere di meno ai clienti…
“Può apparire paradossale, ma noi vogliamo che il nostro cliente sia consapevole di quello che fa. Siamo sul mercato da 140 anni e intendiamo restarci. Crediamo nella costruzione di una partnership per accompagnare il cliente nel processo di transizione energetica”.
Secondo lei per quale ragione il mercato libero è spesso visto con sospetto da parte dei consumatori?
“Intanto bisognerebbe fare una premessa: il mercato tutelato è in realtà un mercato regolato, perché la tariffa è data dai prezzi all’ingrosso. Mercato libero significa che si è liberi di scegliere, è un mercato in cui si possono trovare prodotti diversi”.
I consumatori, in particolare quelli più anziani, hanno difficoltà a raffrontare prezzi e condizioni, come si può risolvere questo problema?
“Noi raccomandiamo di andare in un nostro negozio, farsi spiegare tutte le differenze e cercare con i nostri partner la soluzione migliore. Si parla direttamente con una persona e ci può tornare se si hanno altri dubbi o non si è soddisfatti”.
Per quale ragione bisognerebbe passare al mercato libero se è più costoso?
“Non bisogna concentrarsi solo sul prezzo. Per esempio, con la nostra app CoCo si può risparmiare dal 5% al 10%, molto di più dello sconto che si può ottenere da qualsiasi operatore. Il nostro programma di loyalty permette di accumulare punti che danno dei vantaggi. Nessuno lo dice, ma sul mercato libero ci sono prodotti diversi da quelli del mercato tutelato. Il prezzo è importante, ma non è tutto”.