Consumo

Matrimoni e divorzi, in Sicilia record di entrambi

PALERMO – I siciliani si sposano con più facilità ma allo stesso tempo sono sempre più pronti a sfuggire al sacro vincolo del matrimonio.

Secondo i dati resi noti dall’Istat, nel 2022 in Sicilia sono stati celebrati 3,8 matrimoni ogni mille abitanti; con questi numeri, l’Isola si trova al secondo posto della classifica nazionale, seconda soltanto alla Campania, che sale a 3,9 per mille. I numeri più bassi, invece, si segnalano in Lombardia e Friuli Venezia Giulia, che scendono al 2,8 per mille, seguite dalla Sardegna al 2,7 per mille. In generale, l’Italia è tra i paesi dell’Unione europea con quozienti di nuzialità più bassi, fermandosi al 3,1 per mille.

La Sicilia si trova in cima alla classifica anche in riferimento al tasso di separazione e di divorzio. Il primo, infatti, si attesta a 15,2 ogni 10 mila abitanti a livello nazionale, mentre sale a 19,2 nell’Isola; al contrario i valori minori si registrano nella provincia autonoma di Bolzano, dove si scende a 10,3 separazioni ogni 10 mila abitanti. Per il tasso di divorzio, la Sicilia arriva a 16,1 divorzi per 10 mila abitanti, mentre l’intera penisola si ferma a 14. Sempre Bolzano, al contrario, si trova ai piedi dell’elenco, con appena 9,6 separazioni con 10 mila abitanti. In totale, nel 2022, in Italia i matrimoni celebrati sono 189.140.

Nel 2022 una ripresa delle celebrazioni nuziali

Come per il 2021, si registra una ripresa delle celebrazioni nuziali, rinviate da molte coppie a causa della pandemia. L’incremento è positivo sia rispetto al 2021, con una crescita del +4,8%, sia al periodo pre-covid, segnando un aumento del 2,7%, rispetto al 2019. Nel 2022, quindi, il quoziente di nuzialità, sceso a 1,6 matrimoni per mille abitanti nel 2020, è tornato al valore registrato nel 2019 (3,1 per mille) nel 2021, continua a crescere raggiungendo 3,2 matrimoni per mille abitanti.

L’aumento del quoziente di nuzialità non è omogeneo in tutto il territorio nazionale: tutte le regioni del Centro-nord mostrano un aumento del quoziente, mentre in diverse regioni del Mezzogiorno, rispetto al 2021, il quoziente è diminuito. Secondo i dati Istat, nel 2022 il 56,4% dei matrimoni è stato celebrato con rito civile, in continuità col valore dell’anno precedente (54,1%) e sempre in linea con l’aumento tendenziale osservato negli anni pre-pandemici (52,6% nel 2019). Aumentano inoltre le seconde o successive nozze, che nel 2022 sono state 42.918, il valore più alto mai registrato.

L’età dei futuri sposi aumenta sempre di più

Nel 2022, infine, sono state celebrate 29.574 nozze con almeno uno sposo straniero, pari al 15,6% del totale dei matrimoni, in aumento del 21,3% rispetto all’anno precedente. Un elemento interessante riguarda l’età dei futuri sposi, che aumenta sempre di più.

I motivi sono molteplici: il mutamento nei modelli culturali, l’allungamento dei tempi formativi, l’aumento della scolarizzazione, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la sua precarietà. Ciò ha portato a una progressiva posticipazione del calendario di uscita dalla famiglia di origine: la quota di giovani che resta nella propria famiglia fino alla soglia dei 35 anni è pari al 61,2%, quasi tre punti percentuali in più rispetto a 20 anni fa.

Crescono in misura marcata anche le unioni civili

Non esistono, comunque, solo i matrimoni: crescono in misura marcata (+31%) le unioni civili. Nel 2022, secondo i dati Istat, sono state 2.813, con un sostanziale aumento anche rispetto al 2019 (+22,5%). E vedendo i dati dei primi otto mesi del 2023, la tendenza appare confermata se confrontata con lo stesso periodo del 2022 (circa il 10% in più).