Come valutare le competenze raggiunte nei vari ordini di scuola? Domanda lecita, dopo aver dedicato le ultime tre rubriche ad illustrare le “Competenze chiave per l’apprendimento permanente” deliberate dal Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazione del 22 maggio 2018). L’Esame di Stato, al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione, è lo strumento per certificare le competenze dello studente in uscita, attraverso prove scritte e un colloquio orale.
Al termine del primo ciclo sono previste tre prove scritte predisposte dalle singole commissioni d’esame e un colloquio orale pluridisciplinare, mentre per la Maturità sono previsti due scritti, predisposti a livello ministeriale tenendo conto per la seconda prova dello specifico indirizzo di scuola superiore, cui segue un colloquio orale che servirà ad accertare se sono stati raggiunti gli Obiettivi specifici di apprendimento dell’indirizzo di studi superiori prescelto, esplicitati nelle Indicazioni nazionali per i licei (Decreto interministeriale n. 211/2010) e nelle Linee guida per gli istituti tecnici (DM n. 4/2012) e gli istituti professionali (DM N. 766/2019).
Dunque, come esplicitato nel Dlgs n. 62/2017, ogni alunno al termine del periodo scolastico è valutato in base al “Pecup”, ovvero al Profilo educativo, culturale e professionale specifico di ogni indirizzo di studi, che tiene conto anche della partecipazione alle attività di alternanza scuola-lavoro, dello sviluppo delle competenze digitali e delle attività svolte nell’ambito di “Cittadinanza e Costituzione”. La scorsa settimana, con DM 30 gennaio 2020, la procedura per la Maturità 2020 è partita con l’individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta e delle discipline affidate ai commissari esterni. Infatti, ogni alunno sarà valutato da una commissione con un presidente esterno, tre membri esterni e tre membri interni.
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