Era un’associazione a delinquere “radicata in parte in Italia e in parte all’estero”, tra “Svizzera, Lussemburgo, isole Bermuda e Malta”, quella al centro di un blitz della Gdf milanese. Associazione che avrebbe commesso “una pluralità di reati di truffa aggravata e autoriciclaggio” con “condotte truffaldine di rilevanti dimensioni” attraverso la “induzione alla sottoscrizione di quote di fondi di investimento” di diverse società, in realtà ‘scatole vuote’, tra cui la Global Quality selection. Lo scrivono i pm milanesi nei capi di imputazione che hanno portato oggi al sequestro preventivo, con decreto firmato dal gip Alessandra Cecchelli, di oltre 21 milioni di euro nei confronti di 11 indagati.
Tra le contestazioni anche quella di aver violato il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, la cosiddetta ‘legge Draghi’, perché il presunto promotore del gruppo senza “essere abilitato” svolgeva “esercizio abusivo di attività finanziaria” attraverso la “promozione di investimenti in strumenti finanziari”, in particolare fondi comuni di investimento “domiciliati nelle isole Bermuda” gestiti da una “società di diritto elvetico”. I profitti delle truffe, secondo i pm, venivano incassati attraverso una società basata alle Bermuda.