MAZARA DEL VALLO (TP) – In più settori, spesso, si ripete la frase ‘il futuro è dei giovani’ o ancora ‘occorre un cambio generazionale’, ma chi oggigiorno concede davvero spazio a ragazzi senza esperienza? Chi davvero mette in seria correlazione nuove idee e territorio comunale?
C’è un progetto che si chiama #Iorestofuori, patrocinato dalla Fondazione ‘San Vito Onlus’ di Mazara del Vallo, che, grazie al finanziamento del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha coinvolto 60 ragazzi (tra gli 11 e i 17 anni frequentanti il Centro ‘Voci del Mediterraneo’ della Fondazione) che, in una ottica di cittadinanza attiva, costruiranno proposte aggregative volte a sviluppare il loro senso critico.
Ma non solo, avranno anche la possibilità di sviluppare la loro attenzione al bene comune e ai bisogni della comunità civile verso una conoscenza più consapevole del territorio e del relativo patrimonio culturale e artistico locale.
Uno degli obiettivi è la costruzione sinergica tramite un sistema integrato di relazioni e di reti tra i ragazzi e i diversi attori attivi sul territorio: fare squadra e capire come collaborare sta alla base di una visione di vita futura.
Così come spiega lo stesso presidente della Fondazione, Vito Puccio: “Con questo progetto si intende perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e cioè fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili e poi promuovere società pacifiche e inclusive”.
Le città del futuro dovranno certamente essere diverse, in base ai cambiamenti ambientali, comunitari ed urbanistici, ma aldilà dei cambiamenti l’inclusione non dovrebbe mai mancare in una società civile: non è raro vedere che i caratteri fondamentali vengano calpestati e, in alcuni casi, addirittura cancellati.
Cosa fare? Combattere senza violenza, ribadendo e rimarcando i diritti già acquisiti di una Persona. Quindi, un progetto per educare ma, allo stesso tempo, per ‘combattere l’emarginazione dei minori, aggravata dall’isolamento sociale e dalla povertà prodotta dalla pandemia da Covid-19’, così come si legge nella nota.
Il progetto ha una durata circoscritta e terminerà a maggio 2022. Cosa si farà nel pratico?
Lo fa sapere il presidente Vito Puccio: “Con questo progetto la Fondazione intende recuperare e rigenerare, attraverso la partecipazione dei giovani coinvolti, uno spazio esterno al nostro centro con l’obiettivo di destinarlo alla fruizione non solo dei giovani che frequentano il centro di aggregazione ma anche di tutta la comunità”.
Non è forse vero che dalla responsabilità nasce il senso civico? Un progetto a tutto tondo, quindi, che insegna alla futura classe dirigente un segno di educazione e rispetto per il mondo circostante e per se stessi.
“Il progetto prevede – così come scritto nella nota stampa della Fondazione – la messa in sicurezza degli ambienti interni e la rigenerazione di uno spazio esterno attraverso la creazione della piattaforma web dedicata, un percorso di progettazione partecipata, l’attivazione dei cantieri aperti di attività manuali ed espressive e di riciclo creativo, di falegnameria e cartotecnica, di disegno, pittura e street art, di fotografia e digital storytelling. Sarà anche creato un hub space creativo multifunzionale e di innovazione sociale e poi l’evento conclusivo ‘Spring day’”.