Trapani

Mazara, l’immigrazione una risorsa per tutta l’economia italiana

MAZARA DEL VALLO – Immigrazione come capitale umano, senza pregiudizi e senza paure nei confronti di chi viene da fuori. Lo straniero è spesso etichettato come colui che toglie le opportunità lavorative, ma deve invece essere visto come motivo di crescita economica. Questo il tema del convegno “Immigrazione e Previdenza”, tenutosi lo scorso 12 dicembre al Civic Center di Mazara del Vallo e organizzato da Cifa Trapani con presidente Gaspare Ingargiola, Centro Studi Lavoro e Welfare, Unpi Sicilia e Fonarcom, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati e l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Marsala, con il patrocinio del Comune di Mazara del Vallo.

L’appuntamento ha visto protagonista, come relatore, Tito Boeri, economista, professore universitario ed ex presidente dell’Inps, con una interessante proposta di riforma sull’immigrazione – definita “a costo zero, in una realtà dove tutto costa eccessivamente tanto”. L’analisi di Boeri è partita da cinque considerazioni/domande che hanno invitato a una riflessione, prendendo atto delle paure diffuse dell’opinione pubblica: si sovrastima il numero dei migranti tendendo a immaginarne di più rispetto al dato reale: ci rubano il lavoro? Sono un costo per le casse dello Stato? Aumenta la criminalità? Si diffondono malattie? “Bisogna cercare di analizzare – ha detto Boeri – le fondamenta di questi timori con i dati. Sulla sovrastima numerica si pensa che ci sia un immigrato ogni quattro persone su territorio italiano. Quindi, il 25% della popolazione sarebbe formata da stranieri, ma le elaborazioni Eurobarometro ed Eurostat lo smentiscono segnando gli stranieri presenti all’8%. La percezione scende a livello europeo (dal 14,4% del valore stimato al 6% reale), sottolineando il fatto che nel nostro Paese si tende ad ingigantire il fenomeno”.

Sull’andamento del tasso di disoccupazione si prendono invece in considerazione dati Istat (rivelazione continua sulle forze di lavoro dal 2004 al 2018) “È evidente – ha aggiunto Boeri – la complementarietà tra italiani e migranti, in cui i secondi hanno preso il posto nei lavori che gli italiani non vogliono più fare, come il mondariso (90% di presenza forza lavoro straniera), cucitore a macchina per produzione abbigliamento (85%), coglitore di frutta e ortaggi (75%), badante (72%), marittimo (71%)”.

Boeri ha cercato di sfatare anche il falso mito delle sole spese per lo Stato, tramite la banca dati dell’Inps: “Le entrate contributive dei regolari – ha spiegato – togliendo la spesa per pensioni e sussidi di disoccupazione, danno un surplus di 7miliardi di euro per le casse nazionali. Qualora riuscissimo a regolarizzarli tutti, le entrate sarebbero ancora più forti. Ho analizzato anche le altre spese fiscali degli immigrati (sanità, servizi sociali, casa, istruzione) e sottraendo queste con le spese risulta sempre un positivo di 5,6 miliardi di euro. Questo impone una seria riflessione sui flussi migratori e debito pubblico: se il primo venisse limitato il secondo aumenterebbe ancor di più”.

Anche sul punto della criminalità i dati parlano chiaro – ha aggiunto Boeri – poiché dal 1992, quando le rapine in banca avevano livelli altissimi ed i flussi migratori erano abbastanza bassi, al 2014 con rapine a livelli bassi e flussi migratori alti. Cosa possiamo constatare? Che migranti e criminalità non vanno di pari passo. Abbiamo, anche, analizzato la presenza dei migranti nelle varie regioni italiane ed è emerso che gli omicidi e le rapine avvengono, quasi per la maggior parte, in aree dove non c’è una grande quantità di stranieri”.

Occorre quindi imparare a coesistere con cognizione di causa, al fine di gestire e non subire. Anche il “dove andare” è di fondamentale importanza. “Non si può pensare – ha sottolineato Boeri – di voler integrare uno straniero senza nemmeno renderlo libero di scegliere in che posto del territorio nazionale vivere. Spesso vengono relegati in aree geografiche dove è quasi impossibile che riescano ad avere sbocchi lavorativi, alimentando così solo tensioni sociali. Bisogna nettamente ridurre l’irregolarità con più controlli sui posti di lavoro, con offerte di posti regolari e con investimenti sull’integrazione. Noi abbiamo investito nella non integrazione con richiedenti asilo nei Cas (solo vitto e alloggio), con politiche discriminatorie (vedi requisiti reddito di cittadinanza per extra-comunitari), con stringenti limiti di reddito a chi sta nei centri d’accoglienza e con disincentivi a investimento nel paese d’accoglienza”.

“In Italia – ha concluso Boeri – ci sono dei problemi storici di dualismo territoriale e nelle aree dove il reddito è più basso scendono i margini di impiego. Per cui questo fa sì che ci sia una presenza maggiore di migranti in regioni più ricche. Però questa sua considerazione rimarca il fatto che criminalità diffusa in regioni più povere e fenomeno migratorio non siano correlate. Credo comunque che un livello di migranti al sud sia necessario e fondamentale anche per ringiovanire la classe dei lavoratori”.