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Mazzetta Sicula, Antonello Leonardi non risponde al Gup

Si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gup di Catania l’imprenditore Nino Leonardi, detto Antonello, il “re dei rifiuti”.

Leonardi è proprietario della più grande discarica della Sicilia, quella della Sicula Trasporti di Lentini (Siracusa) ed è stato arrestato due giorni fa dalla Guardia di finanza di Catania nel corso dell’operazione Mazzetta Sicula per corruzione e attività organizzate per traffico di rifiuti e frode in pubblica fornitura.

La discarica è stata sottoposta a sequestro preventivo finalizzato alla confisca.

Il legale di Leonardi, l’avvocato Carmelo Peluso, sta valutando gli atti in attesa di un ricorso al Tribunale del riesame per chiedere una misura alternativa al carcere.

Leonardi, che ha 57 anni, era amministratore di fatto della Sicula Trasporti e della Gesac e amministratore di diritto della Sicula Compost.

Ha avuto invece un malore Filadelfo “Delfo” Amarindo, dipendente della Sicula trasporti, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e ritenuto dalla Procura l’uomo di collegamento tra la famiglia Leonardi e il clan mafioso Nardo di Lentini.

Amarindo, anche lui detenuto dopo essere stato catturato nell’operazione Mazzetta Sicula, è stato ricoverato nell’infermeria del carcere di Bicocca.

L’interrogatorio, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Francesco Calderone, è stato rinviato a lunedì prossimo.

Lo stesso giorno sarà sentito dal Gip anche Salvatore Leonardi, che è agli arresti domiciliari, difeso dai penalisti Carmelo Galati e Luigi Latino.

Nel corso dell’operazione erano state eseguite misure cautelari nei confronti di nove persone: Nino Leonardi e Amarindo sono finiti in carcere, tre ai domiciliari e quattro sottoposti a obblighi di Polizia giudiziaria.

Agli arresti domiciliari sono andati Salvatore Leonardi, 57 anni, fratello di Antonino, in qualità di socio di Sicula Trasporti e Gesac, Vincenzo Liuzzo, di 57 anni, dirigente di unità operativa semplice della sede di Siracusa dell’Arpa Sicilia, addetto ai controlli e monitoraggi ambientali, e Salvatore Pecora, di 63 anni, istruttore tecnico impiegato del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.

Sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria e di dimora Pietro Francesco Nicotra, di 36 anni, e Francesco Zappalà, di 52.
Destinatari delle stesse misure cautelari anche i fratelli Francesco e Nicola Guercio, di 49 e 59 anni, amministratori di diritto e di fatto della Edile Sud.

“La gestione della discarica – si legge nelle carte dei magistrati – , dell’impianto Tmb e di compostaggio, da parte della famiglia Leonardi era orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i Comuni pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse autorizzazioni amministrative”.

Questa l’accusa della Procura di Catania che parla di “consistente mole indiziaria” emersa dalle indagini della Guardia di finanza su “un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile secondo le prescrizioni di legge e che finiva in discarica senza subire alcun trattamento preliminare, essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero”.

La Procura parla poi di un “diffuso quadro di illegalità” che “poteva perpetuarsi nel tempo in ragione del determinante contributo fornito da funzionari pubblici corrotti”.