Designati più volte come coloro che imprimeranno la svolta decisiva alla vaccinazione anticovid, i medici di famiglia sono operativi ormai in tutte le provincie siciliane con un’adesione del 65-75% sul numero totale degli iscritti alle liste della medicina generale dell’isola. Ad ognuno di loro è stata data la possibilità di scegliere se vaccinare, in collaborazione con l’Asp competente per il proprio territorio, nello studio medico, a domicilio, nei Centri vaccinali e negli Hub.
«A Palermo, Catania, Messina, Ragusa, Enna e Trapani i medici di famiglia stanno vaccinando a pieno ritmo, mentre ad Agrigento, Caltanissetta e Siracusa soltanto nelle strutture designate e a domicilio del paziente, ma non nel proprio studio» ha riferito Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo e componente della Federazione nazionale Fnomceo.
La prima Asp ad attrezzare con vaccini e borse termiche i medici di base è stata, infatti, quella di Palermo. Catania era inizialmente partita a rilento, ma adesso la medicina generale lavora spedita anche qui. Le Asp di Caltanissetta e Siracusa, invece, stanno affrontando delle difficoltà organizzative che rallentano la loro attività. In totale, ad immunizzare nei propri studi ci sono 700 medici siciliani che riescono a fare circa 14 mila inoculazioni a settimana.
Non a caso, infatti, secondo il generale Francesco Paolo Figliuolo grazie all’aiuto dei medici di famiglia e delle farmacie si potrà arrivare a somministrare anche un milione di dosi al giorno a giugno. La stima a molti sembra ottimistica perché le problematiche che adesso ci apprestiamo ad affrontare non riguardano soltanto l’approvvigionamento dei flaconcini di vaccino: «Purtroppo i medici di medicina generale sono stati coinvolti tardi nella campagna vaccinale e si trovano adesso a scontrarsi con dei problemi strutturali su cui bisognerebbe fare una riflessione di respiro molto più ampio.
A questo punto andrebbe fatto un coordinamento nazionale più serio, per cercare di capire cosa succederà superando la fase massima della curva di Gauss in cui resteranno i soggetti difficili, coloro che non vogliono vaccinarsi soprattutto con AstraZeneca – avverte il presidente Amato – Finora negli Hub sono andate tutte le persone che hanno deciso di immunizzarsi spontaneamente, rendendosi parte attiva nella prenotazione e raggiungendo il centro vaccinale, in base alla possibilità data alla propria categoria o fascia. I medici di famiglia sono stati chiamati a scendere in campo quando c’erano già problemi negli Hub e si era ormai diffusa la paura verso l’AstraZeneca, quindi, tra le tante difficoltà devono anche convincere i propri pazienti a vaccinarsi. Pertanto, per poter raggiungere i numeri di cui parla il generale Figliuolo, ai medici di famiglia devono essere forniti i giusti strumenti».
Riferisce la stessa avversione per il vaccino di Oxford da parte dei pazienti anche Luigi Galvano, segretario generale della Fimmg Sicilia: «Ai medici di base dovrebbero essere forniti i vaccini Moderna e Johnson&Johnson perché sono maggiormente accettati dai pazienti e sono più facili da gestire, soprattutto a domicilio. Noi comunque stiamo registrando dei numeri importanti di vaccinazioni nel territorio siciliano. A Palermo, in particolare, gestiamo diversi Hub come Villa delle Ginestre, la Casa del Sole, le strutture di Partinico, Misilmeri e Cefalù. Anche nei paesi dei monti Sicani stanno vaccinando i nostri». Sull’apertura agli over 40 continua il dottore Galvano: «Sinceramente questa apertura appare prematura, sembra una strategia per fare numero, perché ancora ci sono tantissimi over 60 da vaccinare. Non vorrei che si creassero delle sacche di persone non vaccinate e per questo ci tengo a lanciare un messaggio: prego i quarantenni e i cinquantenni che andranno a vaccinarsi di portare con sé i propri genitori».
Sonia Sabatino