Sanità

Medici di famiglia vaccinatori, Palermo, Messina e Ragusa a pieno ritmo

Sono partiti a macchia di leopardo i medici di famiglia vaccinatori in Sicilia, che non sempre hanno riscontrato in questo ruolo il favore delle Asp di appartenenza.

A Palermo, Messina e Ragusa i medici di base hanno iniziato a vaccinare i propri pazienti ultra fragili e gli over ottanta nei propri studi medici, a domicilio, nei Centri vaccinali e negli Hub, già dalla scorsa settimana.

Secondo l’accordo, ad esempio, dei 559 medici di base disponibili a vaccinare a Palermo e provincia, 353 lo fanno nelle strutture messe a disposizione dall’Asp, i restanti 236 nel proprio studio.

Giacomo Caudo

A Ragusa hanno aderito al protocollo vaccinale 165 medici di base su 241. «La situazione è ancora in divenire, ma a Messina hanno già aderito almeno 300 medici su 500, quindi la maggioranza» precisa Giacomo Caudo, presidente dell’Ordine dei Medici di Messina. Nel resto della Sicilia, Catania a parte, le procedure per far scendere in campo contro il Coronavirus anche i medici di famiglia sembrano essersi arenate, allo stato attuale non c’è alcuna novità.

Il caso Catania

Tra le Asp che hanno affidato le vaccinazioni anticovid anche ai medici di base del proprio territorio e quelle che non l’hanno fatto, c’è Catania che è partita a metà.

Moltissimi hanno dato la disponibilità per vaccinare negli Hab e nei centri vaccinali, perché pochi di loro hanno le condizioni adatte per farlo in sicurezza nel proprio studio.

Igo La Mantia

«Anche a Catania i medici di medicina generale hanno iniziato a somministrare le dosi del vaccino anticovid, soltanto che qui il protocollo è partito un po’ a rilento – riferisce Igo La Mantia, presidente dell’Ordine dei Medici di Catania-. I primi sono partiti a livello dimostrativo con alcune fiale da somministrare a domicilio o nel proprio studio. Coloro che hanno dato disponibilità per vaccinare negli Hub e nei Centri, non sono ancora partiti, nonostante quello del mercato ortofrutticolo stia lavorando a tempo pieno. Ci sono stato durante l’Open Day e, al di là delle chiacchiere di qualche detrattore, devo dire che è andato benissimo, ho trovato un’ottima organizzazione. Presto saranno aperti altri Hub vaccinali e sicuramente lì saranno impiegati anche i medici di famiglia».

La procedura

Attualmente, come da disposizioni nazionali, i medici di medicina generale possono ritirare le dosi prenotate di Pfizer – che è il vaccino indicato per i soggetti ultrafragili e gli over 80 – presso la farmacia dell’Asp territorialmente competente per il proprio distretto.

Si potrebbe usare anche il Moderna ma c’è penuria di dosi al momento. In pratica, le Asp si preoccupano di scongelare il vaccino, prima che il medico di famiglia vada a ritirarlo.

Per trasportare il vaccino i medici di famiglia useranno una borsa termica con misuratore di temperatura fornita dall’Asp per mantenere la catena del freddo. Il prodotto scongelato può restare in frigorifero 5 giorni, una volta aperto il flaconcino, invece, le dosi dovranno essere smaltite nelle successive sei ore.

Pertanto i medici dovranno organizzarsi con gruppi di pazienti allo studio e calcolare bene i tempi quando vanno a domicilio. In tutti i casi si cercherà di non sprecare le dosi, ricorrendo anche alle prenotazioni di riserva. È chiaro che per i medici di medicina generale è più semplice vaccinare nelle strutture dell’Asp perché non devono occuparsi tutte le sovrastrutture necessarie ad operare in sicurezza come nello studio.

Inoltre, hanno a disposizione più flaconi e possono vaccinare un numero maggiore di persone. Terminati i propri pazienti si occuperanno di immunizzare i pazienti dei medici di base che non hanno aderito all’accordo.

Sonia Sabatino