L’Ordine dei medici della provincia di Trapani, dopo l’arresto di Alfonso Tumbarello, nell’ambito delle indagini sul boss mafioso Matteo Messina Denaro, “ha adottato nella mattinata di oggi, i provvedimenti previsti per legge nei confronti di colleghi sottoposti a misure cautelari restrittive di libertà personale”. Pertanto Tumbarello “risulta sospeso ope legis, fino a quando perdurerà la misura cautelare”.
L’Ordine, in ogni caso, “darà corso a un procedimento disciplinare”.
“Rimaniamo in attesa di conoscere l’esito della vicenda giudiziaria, confidando nell’accurato e delicato lavoro della magistratura, su cui riponiamo massima fiducia”, ha affermato il presidente dell’Ordine trapanese Vito Barraco.
“Già nelle settimane scorse – precisa – avevamo audito i due medici indagati” nell’ambito delle indagini legate all’arresto del boss mafioso, “Tumbarello e Filippo Zerilli, malgrado non abbiamo mai ricevuto ufficiale comunicazione da parte degli organi inquirenti e giudicanti. E’ di tutta evidenza, comunque, che il provvedimento adottato nei confronti di Tumbarello necessita, da parte dell’Ordine dei medici, della giusta cautela fino a quando le risultanze investigative e giudiziarie non saranno meglio definite e inquadrate”.
“Per quanto riguarda Filippo Zerilli, del quale apprezziamo la trasparenza che si evince dalla nota stampa diffusa dallo stesso in autonomia – continua Barraco – questo Ordine ha preso atto delle spiegazioni fornite in fase di audizione e, anche in questo caso non avendo ricevuto né solleciti né dispositivi ufficiali da parte degli organi inquirenti, non può che attenersi a quelle regole di deontologia e rispetto etico proprie del ‘giuramento di Ippocrate’ a cui ogni medico fa riferimento svolgendo la sua professione”.
L’Ordine dei medici della provincia di Trapani “rimane in ogni caso vigile e attento per garantire non solo la trasparenza del proprio modus operandi, ma anche il rispetto delle basilari norme di comportamento etico e morale di ogni suo singolo iscritto, fermo restando che non rappresenta né un organo inquisitore, né giudicante. Compito, questo, che attiene ad altri organi dello Stato ai quali ci rimettiamo, come abbiamo sempre fatto, per le opportune misure da intraprendere”, conclude Barraco.