Agricoltura

Meno imprese agricole con dipendenti ma quelle autonome sono in aumento

PALERMO – L’agricoltura in Sicilia, settore economico tradizionale per eccellenza, parte integrante e fondamentale della storia e cultura isolana, registra sempre meno aziende.

Secondo i dati raccolti dall’Inps, è ormai un trend consolidato: se nel 2016 le imprese agricole con operai dipendenti erano 27.486, esse sono scese a 26.115 nel 2021. Una diminuzione del 5,25%, ben più alta della media nazionale, che ha pure segnato una flessione, ma che si è fermata al 4,2%. A livello nazionale, infatti, si è passati da 186.424 aziende nel 2016 a 180.167 nel 2021.

Molte le regioni che, come la Sicilia, hanno segnato una riduzione: dalla Valle d’Aosta alla Campania, dalla Puglia alla Calabria, che ha fatto registrare il ridimensionamento maggiore, e poi la Sardegna. Per comparti territoriali, sono stati il Sud e le Isole a perdere maggiormente, mentre Centro, Nord-Ovest e Nord-Est hanno segnato una discreta crescita.

Tra 2020 e 2021 il decremento si è mantenuto in linea con gli anni passati: in Sicilia si è passati in un solo anno da 26.461 a 26.115 aziende, con una flessione del -1,3%. In Italia il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 183.057 nel 2020 a 180.167 nel 2021, con un decremento pari a -1,6%. A livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento in percentuale è stato registrato in Calabria con un -3,6%, mentre tra le regioni in controtendenza si evidenziano la Valle d’Aosta (+2,8%) e le Marche (+1,7%).

Nessuna flessione, invece, per le aziende agricole autonome. Queste sono rappresentate dal lavoratore agricolo autonomo con figura di titolare; esistono però figure di collaboratori del titolare che lavorano nella stessa azienda agricola. In Sicilia tra il 2016 e il 2021 i numeri sono saliti da 24.023 aziende autonome a 26.016, in controtendenza con quanto successo nell’intera penisola, dove vi è stato un decremento da 353.774 a 352.625 aziende.

Diversamente da quanto successo per le aziende con dipendenti, quelle autonome crescono al Sud e nelle Isole, mentre diminuiscono nel Centro, nel Nord-Est e nel Nord-Ovest. Le regioni che segnano una crescita sono la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Puglia, la Calabria e la Sardegna.

L’imprenditore agricolo autonomo esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento di animali e attività connesse. La peculiarità dell’imprenditore agricolo, quindi, è data dal particolare contenuto del tipo di attività economica organizzata e mirata alla produzione di beni. I coltivatori diretti sono proprietari, affittuari, usufruttuari, pastori e assegnatari di fondi, nonché appartenenti ai rispettivi nuclei familiari che, direttamente e abitualmente, si dedicano alla coltivazione dei fondi, all’allevamento del bestiame e allo svolgimento delle attività connesse. Ancora, i coloni e mezzadri sono coloro che svolgono attività agricola sulla base di rapporti di natura associativa, scaturenti da contratti di mezzadria, colonia e soccida. Detti contratti, con l’entrata in vigore della legge 203/82, sono stati vietati e pertanto sono in via di estinzione. In ultimo, sono imprenditori agricoli professionali coloro che, in possesso di conoscenze e competenze professionali, dedicano all’attività agricola di impresa, direttamente o in qualità di soci, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavano dalle attività medesime, almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro.