di Francesca Fisichella e Patrizia Penna
Al Sud il mercato immobiliare si conferma ricco di “ghiotte opportunità” ma in uno scenario caratterizzato da prezzi in costante calo, si registra contestualmente una capacità di accesso al credito più che dimezzata rispetto alla media del Nord Italia.
È questo il “paradosso” che viene fuori dal nuovo Rapporto Dati Statistici Notarili relativo alle compravendite di beni mobili e immobili, mutui, donazioni, imprese e società nell’anno 2019, rilevati dal Settore informatico del consiglio nazionale del Notariato.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Dall’indagine condotta dall’Ufficio Studi Idealista viene fuori che, a livello nazionale, l’emergenza sanitaria non ha frenato i prezzi delle case, che hanno segnato un nuovo aumento dell’1,4% a luglio rispetto al mese precedente.
Il valore medio degli immobili in Italia ora è di 1.746 euro al metro quadro, l’1,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. In termini di prezzo la regione che vanta i valori più alti è la Liguria (2.467 euro/metro quadro), seguita da Trentino-Alto Adige (2.458 euro/metro quadro) e Valle d’Aosta (2.384 euro/metro quadro).
Il Sud procede invece in direzione opposta. È infatti nelle regioni meridionali che si concentrano le richieste più economiche: per esempio in Sicilia dove si toccano i 1.066 euro al metro quadro, Calabria e Molise (907 euro/metro quadro per entrambe).
Numeri alla mano, con prezzi così bassi, è facile dedurre che in Sicilia investire nell’acquisto di immobili convenga oggi più che mai. Eppure, a fronte di prezzi stracciati, comprare casa in Sicilia non è così facile. La difficoltà di accesso al mutuo in Sicilia e più in generale al Sud certificata dal Rapporto del Consiglio nazionale del Notariato, rende tutt’altro che scontata la possibilità di fare affari.
L’analisi delle rilevazioni relative al periodo 1° gennaio/31 dicembre 2019 ha confermato il trend generale della serie storica presa in esame dal Notariato, cioè il periodo 2016-2018: nel Nord del Paese viene stipulato circa il 53 per cento del totale degli atti notarili, mentre il Sud (Isole comprese) non supera il 23 per cento.
I mutui con garanzia su beni immobili hanno segnato in Sicilia un totale di 16.099, a fronte degli 89.109 registrati nella regione Lombarda.
In Sicilia, sono state 64.502 le compravendite di immobili nel 2019 (rappresentano il 5,71% del totale). L’abisso ci separa dalla Lombardia, dove le compravendite sono state 219.168 (il 19,42% del totale): si tratta del dato più alto a livello nazionale.
Nell’Isola, sono stati in 22.060 hanno usufruito di agevolazioni prima casa (72.010 in Lombardia).
Ecco, invece, alcuni dati a livello nazionale: nel 2019 il prezzo medio per le compravendite di prima casa tra privati si attesta sul valore di 110.000 Euro circa, mentre aumenta per le compravendite di prime case da impresa: tra i 198.000 Euro e i 210.000 Euro. Solo 3.614 immobili abitativi oggetto di compravendita nel 2019 hanno superato il prezzo di 1 milione di Euro, e di questi 2.015 sono stati acquistati come seconda casa direttamente dalle imprese.
Nel settore dei mutui si registra un leggero aumento rispetto agli acquisti di fabbricati abitativi (+1,42 per cento) nel secondo semestre del 2019 rispetto al primo semestre, prevalentemente di importo fino a 100.000 euro (41,19 per cento) e tra i 100.000 e i 150.000 (30,12 per cento).
Il capitale complessivo erogato dagli Istituti di Credito per finanziamenti ipotecari nell’anno 2019 è stato di circa 63,7 miliardi di Euro. Ed ancora, altro dato significativo si rileva essere la crescita delle donazioni mobiliari e immobiliari nel confronto fra semestri: +32 per cento le donazioni mobiliari, +5 per cento quelle di immobili. In particolare quelle di beni immobili riguardano per oltre il 55 per cento l’abitazione o i fabbricati in genere (capannoni, negozi, ecc.), resta stabile il numero di donazioni che si riferiscono ai terreni agricoli (circa il 14 per cento), molto diffusa anche la donazione di nuda proprietà dei fabbricati (16,65 per cento).
Un’interessante lettura dei dati sul mercato immobiliare nella nostra Isola arriva da Diego Barone, consigliere nazionale del Notariato per la Sicilia. Il Quotidiano di Sicilia lo ha intervistato.
Secondo un’indagine condotta dall’Ufficio studi Idealista, in Sicilia le case si comprano a prezzo stracciato: 1.066 euro al metro quadrato. L’abisso ci divide dal Nord, pensi alla Liguria, ad esempio, dove si sfiorano i 2.500 euro/mq. Questo dato si scontra con un altro, cioè quello emerso dal rapporto del Consiglio nazionale del Notariato, secondo cui la Sicilia ha una capacità di accesso ai mutui dimezzata rispetto alle regioni del Nord. Esiste dunque un gap Nord-Sud anche su questo fronte: lei cosa ne pensa? E come lo spiega?
“I prezzi in Sicilia sono crollati del 50% rispetto a 6/7 anni fa. Nei centri più piccoli il fenomeno della riduzione dei prezzi è ancora più accentuato rispetto alle grandi città, ma in generale possiamo affermare che la crisi dei prezzi non si è mai fermata in questi territori e l’anno 2019 non è stato caratterizzato dalla ripresa del mercato immobiliare, anzi si è rafforzata la svalutazione del patrimonio immobiliare che ha consentito – in termini assoluti – un aumento del numero delle compravendite, a prezzi però sempre più bassi. La ridotta capacità di accesso ai mutui della popolazione siciliana va letta andando a guardare il tasso di disoccupazione che in Sicilia è molto elevato. Qui le forme di precariato sono molto più accentuate rispetto ad altre aree del Paese e questo non può che avere conseguenze negative sull’accesso al credito che infatti risulta estremamente limitato in Sicilia, nonostante i tassi di interesse siano particolarmente interessanti in questa fase storica. Va segnalato, inoltre, che le famiglie sono già fortemente indebitate per l’acquisto di beni di uso comune”.
Altro aspetto “curioso”: è vero che in Sicilia si registra una “spiccata” propensione alla donazione? È un mero fatto economico (la donazione è meno onerosa della vendita)?
“In Sicilia generazioni di famiglie con grande sacrifici hanno messo in piedi piccoli patrimoni immobiliari e li hanno conservati, trasmettendoli oggi ai propri figli e nipoti che non hanno la stessa capacità di risparmio. Si tratta proprio di una consuetudine sociale tipica di questo territorio che rispecchia i valori tradizionali della famiglia siciliana. Questi numeri fotografano bene quella che è l’attuale diffusione della ricchezza in Italia: mentre al Nord prevalgono donazioni di aziende, denaro e quote societarie, al Sud continua a prevalere la proprietà immobiliare”.
Che impatto ha avuto il Covid-19 nel mercato immobiliare siciliano?
“In Sicilia il Covid-19 ha certamente rallentato l’andamento delle compravendite immobiliari, ma alla fine del lockdown il mercato ha ripreso a muoversi con quegli scambi immobiliari che erano stati programmati e poi sospesi. Dunque solo a settembre potremmo valutare l’entità della perdita e se quella di adesso è una fiammata o una ripresa reale, anche se oggi purtroppo va segnalato che il mercato immobiliare commerciale è completamente crollato”.
Nonostante il lockdown e l’emergenza Covid,gli italiani continuano a considerare il mattone come un investimento sicuro e redditizio. Il settore sta vivendo un importante rilancio chegli ha permesso di uscire dalla crisi vissuta negli anni passati. Le proprietà, inoltre, sono anche considerate una risorsa per diversificare i loro portafogli. Tuttavia, non tutti la pensano così, perché per tre gruppi di italiani (Millennials, donne e Over 55) gli investimenti nelle case sono ancora importanti, ma non sono al primo posto.
La fotografia è stata scattata dal sondaggio che eToro – piattaforma di investimento multiasset con 14 milioni di iscritti – ha condotto per comprendere il livello di educazione finanziaria degli italiani attraverso il portale internazionale di sondaggi e brand monitoring Attest. La ricerca è stata condotta, con il metodo Cawi, su 3.000 persone di tre diversi cluster di popolazione – Millennials, donne e Senior (over 55).
L’indagine condotta da eToro è partita da una domanda: “Immagina di avere a disposizione 100.000 euro. Quali sono le tue priorità?”. La prima opzione, comune a tutti e tre i cluster (Millennials, Senior e Donne) è stata quella dell’estinzione del mutuo, che si conferma un obiettivo trans generazionale e che travalica anche le divisioni di genere. A seguire, il pagamento di alcuni debiti, mentre la risposta “beneficenza” è stata la terza più popolare. I senior però hanno anche dimostrato di essere i più audaci: il 18% del campione che include gli over 55 ha indicato (come prima scelta) che investirebbe la somma ricevuta. Percentuale che si abbassa nei Millennials (11%) e in misura ancora maggiore nelle donne (8,9%).
Ma dove sono più propensi ad investire? La classifica è uguale per tutti e tre gli insiemi: la prima scelta è quella di collocarli sul mercato finanziario (soluzione preferita da più di 4 italiani su 10), a seguire il classico investimento nel “mattone”, acquisto di oro al terzo posto, criptovalute al quarto. I Millennials sono i più curiosi nei confronti di Bitcoin & affini (il 16% li ha indicati come opzione possibile), più ‘tiepidi’ senior e donne (solo l’11% di entrambi i gruppi li considera come possibile investimento).