Mes o non Mes? Non c’è ancora la ratifica del Governo Meloni sulla riforma del Meccanismo economico di stabilità (Mes).
L’argomento è tornato nuovamente in discussione a seguito della sollecitazione della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, la quale ha sollecitato l’esecutivo italiano ad approvare nel più breve tempo possibile la riforma del trattato. L’Italia, al momento, è l’unico Paese dell’Eurozona a non avere ancora ratificato il Mes.
Nelle scorse settimane il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva invitato alla cautela dicendo di volere attendere la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca.
Lo scorso 9 dicembre i giudici di Berlino hanno respinto un ricorso presentati da alcuni parlamentari, ma il ministro ha continuano a prendere ulteriore tempo.
In occasione del question time alla Camera del 14 dicembre, Giorgetti ha annunciato la volontà del Governo di volere rinviare il tema in Parlamento per dare spazio a “un adeguato e ampio dibattito”.
Lo stesso Giorgetti ha poi rincarato la dose, etichettando il Mes come “una istituzione in crisi” e “impopolare”. La contrarietà del Governo al Meccanismo economico di stabilità non deve comunque sorprendere.
Già in passato, quando si trovava all’opposizione, la premier Giorgia Meloni era stata particolarmente critica nei confronti del trattato, definendolo “fondo salva banche tedesche”.
Esattamente due anni fa, l’attuale presidente del Consiglio aveva attaccato il Governo Conte II sul tema della ratifica senza la mediazione del Parlamento. Sempre la leader di FdI, nel febbraio di quest’anno, aveva mostrato particolare avversione.
“Noi non abbiamo cambiato idea: siamo pronti a respingere con tutte le nostre forze questo ennesimo tentativo di riforma di un Trattato che non fa gli interessi dell’Italia”, si legge in un post pubblicato al tempo sulla propria pagina Facebook.
Ma come funziona il Mes? Il Meccanismo europeo di stabilità è stato istituito nel 2012 come fondo finanziario europeo con l’intento di fornire stabilità finanziaria ai Paesi aderenti all’Eurozona. La necessità dei Paesi UE di dotarsi del Mes è nata a seguito della crisi del debito sovrano iniziata del 2010 all’interno dell’Unione.
Nel corso di questi dieci anni di vita, il Mes è stato utilizzato da Paesi come Cipro, Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, ottenendo un finanziamento pari a 254,5 miliardi di euro in prestiti, riuscendo così a risolvere le difficoltà. In cambio, gli Stati che ne hanno usufruito sono tenuti a restituire la cifra nel tempo e ad attuare un programma di aggiustamento macroeconomico.