Pezzi di Pizzo

Mes o non Mes, finisce a Punt e Mes

La ormai fibrillante maggioranza si arena, l’ennesima volta, sul Mes. La soluzione il rinvio. La Lega ha già dichiarato di votare contro, FI timidamente a favore, FdI non sa che fare, ed in questo caso rinvia democristianamente. Il problema è che Mes e via libera al bilancio italiano, leggi deroghe al patto di stabilità, sono un tutt’uno. Senza l’uno non ci sarà l’altra.

E i contraenti non si fidano l’uno dell’altro. Al di là che Meloni e Salvini in campagna elettorale avevano rifiutato con estremismo il Mes. In considerazione delle regole comunitarie, non ratificando il Mes, non lo consentiamo nemmeno agli altri. In siciliano si esprime con “ un cogghio e un fazzu cogghiere”, non coglio e non faccio cogliere, ma i Siciliani adottando questa logica si sono autoesiliati, isolati, e non crescono da quel dì.

Cosa succederà? Che prima delle europee saremo costrette ad approvarlo, e se continuiamo a rinviarlo pure ad utilizzarlo per il peggioramento del servizio al debito, che ci impedisce di finanziare sanità allo stremo e cuneo fiscale. Come nel famoso aperitivo Punto e Mes, che ci ricorda la famosa pubblicità degli anni sessanta di Armando Testa, si chiuderà con un punto raggiunto dall’Europa, la ratifica del Mes e mezzo raggiunto dall’Italia, qualche deroga al bilancio.

Nell’aperitivo piemontese della Carpano il punto era la parte dolce del vermouth e il mezzo era l’amarostico della china. È chiaro che la parte amara tocchi a noi, perché le deroghe, leggi extradeficit, prima o poi si pagano amaramente.