Ambiente

Messina non balneabile: un terzo della costa è negato alla città

Nonostante si tratti della principale provincia siciliana per estensione sul mare e l’Unione Europea lo ritenga un mare di qualità “eccellente” nei report realizzati dalla European Environment Agency, Messina città presenta oltre un terzo della sua costa (18km su 54) non balneabile. La maggior parte della costa interdetta ai bagnanti lo è non per inquinamento ma per attività di altro genere.

Secondo la European Environment Agency, l’organismo dell’Unione Europea che analizza la conformità degli standard di balneabilità per mari, fiumi e laghi in tutto il continente, la qualità del mare a Messina risulta essere appunto “eccellente”. Stando alla grafica che evidenzia nel dettaglio gli oltre 22 mila chilometri di costa in tutta Europa, i 1639 km che appartengono alla Sicilia sono, a la zona del palermitano, per lo più della medesima qualità.

Il caso messinese: i dati

Rispetto al resto della Sicilia, emblematico risulta essere il caso Messina. La città peloritana è infatti quella che in tutta l’isola può vantare la maggiore estensione territoriale sul mare: oltre 54 km di costa. Ed è anche la provincia in cui, seppur la EEA definisce il mare “eccellente”, risultano presenti 6 punti in cui la qualità del mare è invece giudicata come “scarsa”. Si tratta del numero più elevato della Sicilia, con la seconda in questa speciale classifica che è Palermo con 4 rilevazioni. Statistiche confermate anche dalle mappe presenti sul Portale Acque, organismo alter ego dell’EEA ma che opera per conto del Ministero della Salute.

Quanti chilometri di costa e splendide acque sono realmente balneabili a Messina, dunque? Circa due terzi, secondo la Regione. In totale, al momento sono infatti 18 i chilometri di mare negati alla città. Questa statistica dipende soprattutto dalla zona interessata dagli spostamenti marittimi e dalle operazioni portuali e che si estende dalla via Brasile (nei pressi dell’approdo dei traghetti dalla Calabria) all’area di Maregrosso e dall’approdo di Tremestieri a Larderia. Si tratta di circa 10 chilometri di costa ai quali si aggiungono altri 6 km tra Larderia e via Tommaso Cannizzaro, che dalla Regione sono stati definiti come “inquinati”. Poi le distanze di circa un centinaio di metri per singolo torrente, con la città dello Stretto che potrebbe essere conosciuta anche come la città dei torrenti, e il dato è tratto.

Le parole al QdS dell’assessore messinese

Come però conferma ai microfoni del Quotidiano di Sicilia Francesco Caminiti, assessore del Comune di Messina con delega alle Politiche del Mare, ai Beni Demaniali Marittimi e Fluviali e alla Difesa del Suolo, “potrebbero esserci delle novità proprio sull’area di Maregrosso. Stando ai dati in nostro possesso, la qualità dell’acqua in quella zona è ottima. Ma starà alla Regione confermare eventualmente questo dato nella pubblicazione del prossimo decreto che uscirà a giorni e riguarda i tratti di mare dove la balneazione è vietata o quelli in cui non lo è più”.

Lo scorso anno, a ricevere l’ok era stata la zona del viale della Libertà compresa tra l’Annunziata e via Brasile (zona Ringo), tornata balneabile dopo anni. Il miglioramento nelle statistiche della Regione è poi stato possibile in seguito alla bonifica del torrente Portalegni e anche per via delle mutate condizioni del litorale nei pressi del vallone Canneto di Mili, anche questo dichiarato in passato non balneabile. 

Altre voci sul caso

Uno status che dovrebbe presto essere concesso anche alla zona di Maregrosso, come confermato dall’assessore Caminiti, ma che rischia invece di perdere altri punti del litorale, in questo caso interessati dai lavori di realizzazione del ponte sullo Stretto. “Bisogna considerare che i cantieri ridurranno ancora di più le zone di balneabilità e interdiranno l’accesso alle spiagge su via Circuito e la zona di Torre Faro. Per una città in cui il mare è per larghi tratti negato, lo ritengo un abuso da combattere”, ha dichiarato ai nostri microfoni il portavoce del Comitato no ponte, Daniele Ialacqua.

Dello stesso avviso anche Cinzia Oliva, presidente di Legambiente Messina: “Da sempre sosteniamo l’esigenza di avere i litorali sgombri dalla cementificazione. In tal senso, per l’eventuale realizzazione del ponte sullo Stretto, c’è da considerare anche l’impatto delle chiatte in mare. Una spiaggia che sarà considerata balneabile dalla Regione e oggi a disposizione della cittadinanza, non significa avrà più lo stesso valore in futuro”.