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Messina tra Ponte sullo Stretto e opere di compensazione: il Comune vuole anticipare i tempi

Il revamping dell’impianto di depurazione di San Saba, nella periferia nord della città e non distante dalle aree soggette a espropri per via dei cantieri del ponte. Ma anche l’ammodernamento dell’analoga struttura nella zona di Mili Marina, periferia opposta di Messina. E ancora la realizzazione di due eliporti e sistemi di monitoraggio per allerta in caso di eventi climatici avversi. Parte di quelle opere che, nell’insieme, raggiungono un totale di 109 milioni di euro. 

Stiamo parlando delle richieste poste sul piatto dal sindaco Federico Basile all’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, in visita a palazzo Zanca martedì scorso per entrare nel merito delle opere compensative seguenti alla realizzazione del ponte. Sono 24 in totale quelle individuate da approfonditi studi dei tecnici comunali per prevedere anche i successivi impatti sulla vivibilità di tutta l’area dello Stretto che, occorre sottolinearlo, rischia di essere un cantiere a cielo aperto lungo decine di chilometri da nord a sud e per almeno un decennio di tempo.

Basile a tal proposito è stato chiaro – così come lo era stato nel corso delle precedenti uscite pubbliche – facendo eco al suo leader Cateno De Luca nella richiesta non solo dell’utilizzo di parte di quel miliardo e 300 milioni di euro di Fondi Sviluppo e Coesione sottratti alla Sicilia per essere reinvestiti nella grande opera, ma ponendo anche un’altra postilla di non poco conto: parte di quei lavori compensativi per Messina possono essere realizzati prima dei cantieri del ponte. E il sindaco non sembra avere tutti i torti e per un piano urbanistico coerente – che quindi non debba prevedere di fatto doppi cantieri in aree sovrapposte – e per tempistiche necessarie.

L’arco temporale preso in precedenza in considerazione nella speranza di poter ottenere fondi aggiuntivi provenienti dal PNRR per la realizzazione del ponte sullo Stretto, è andato a farsi benedire già da un po’. Questo perché – come ovvio – i cantieri della mega opera, nel caso in cui dovessero davvero partire entro la fine del 2025, non potranno mai essere conclusi entro il giugno 2026, data ultima di consegna per ottenere fondi del PNRR. Una data entro la quale potrebbero però essere concluse alcune di quelle opere richieste proprio da Basile.

Una di queste, non a caso, è già in corso: la sostituzione di oltre 150 chilometri di rete idrica del centro cittadino con l’ausilio indispensabile di 20 milioni di euro provenienti proprio dal PNRR. E l’amministrazione vorrebbe replicare la stessa operazione, per lo stesso identico importo, anche nei villaggi nord e in quelli a sud di Messina. Di sistemi idrici e possibile influenza dei problemi connessi con la siccità hanno parlato tecnici e politici con Pietro Ciucci

“La nostra città deve essere protagonista in ogni fase del progetto – ha affermato il sindaco Basile in commissione – per garantirne un corretto inserimento nel territorio e un impatto positivo su economia, ambiente e qualità della vita. L’amministrazione si sta preparando in anticipo, con l’obiettivo di assicurarsi, in caso di parere favorevole del Cipess, (ma prima della commissione VIA – VAS, ndr) che Messina sia pronta a negoziare e adattare il progetto alle esigenze della città, in un contesto urbanistico e infrastrutturale evoluto rispetto a dieci anni fa. Si tratta di interventi che devono essere realizzati indipendentemente dal collegamento tra le due sponde – ha proseguito Basile – e per i quali chiediamo di utilizzare parte dei fondi FSC, pari a 1,3 miliardi, destinati dalla Regione all’opera.”

Per Basile “la realizzazione del ponte comporterà per Messina un impatto significativo che dovrà essere compensato da ricadute occupazionali certe; per questo motivo la città deve avere un ruolo attivo nella definizione delle politiche occupazionali che deriveranno sia dalla costruzione sia dalla gestione del ponte. Lo sviluppo diretto e indiretto: il ponte cambierà la logistica e i trasporti marittimi, su strada e ferroviari nel territorio messinese, ed è essenziale che Messina proponga le proprie esigenze per compensare gli squilibri che questo mutamento genererà, sia in termini occupazionali sia logistici”.

Nell’elenco presentato in Commissione figurano opere di natura strategica per la città e per il territorio messinese, molte delle quali rispondono a bisogni che prescindono dal Ponte ma che acquisiscono ulteriore rilevanza nel quadro di tale infrastruttura. Ma andiamo con ordine ed entriamo nel merito delle singole richieste del Comune pre ponte.

Svincolo autostradale di Giampilieri

La principale e forse più importante opera infrastrutturale che possa consentire un migliore funzionamento della circolazione sulla tangenziale sud di Messina, è rappresentata dallo svincolo di Giampilieri. Proprio di questo hanno discusso il vicesindaco Mondello e il consiglierie comunale Papa, in audizione ai lavori della seduta della IV Commissione regionale a Palermo mercoledì scorso, subito dopo l’incontro con Ciucci a Messina.

Durante l’audizione è stata valutata l’opzione di inserire quest’opera tra le infrastrutture complementari al ponte, con un incontro ritenuto “proficuo” da palazzo Zanca e che “ha permesso di approfondire gli aspetti tecnici, economici e di collegamento legati allo svincolo, anche in relazione alle altre opere connesse al ponte”.

“È evidente – ha spiegato il vicesindaco Mondello – che la realizzazione dello svincolo a Giampilieri potrebbe costituire un’opera strategica; al momento, non essendo presente alcuna progettualità specifica, risulta complesso includerla tra le priorità immediate. La seduta odierna si è conclusa con l’intento di riconvocare un futuro incontro con il CAS per definire quali tra le attività progettuali in corso possano essere concretizzate e in quali tempi, all’interno della pianificazione strategica generale”.

Depurazione: Mili e San Saba

Il revamping dell’impianto di depurazione di San Saba è il primo degli interventi citati. Con un budget di circa 1,2 milioni di euro e un progetto esecutivo già approvato, l’obiettivo è migliorare l’efficienza del sistema di depurazione, puntando soprattutto a mitigare le emissioni di cattivi odori, una problematica segnalata da anni dai residenti. 

L’assenza di copertura del depuratore fa sì che i liquidi fognari affluiscano nelle vasche, dove sedimentano e fermentano prima di essere scaricati nella condotta sottomarina. C’è un progetto di copertura e l’ordinanza n. 782 del 22 luglio 2005, con la quale il giudice istruttore del tribunale di Messina ha accolto il ricorso dei residenti e intimato a Comune e Amam di coprire le vasche. Da allora, non si è mossa una mosca. Anzi sì: quelle che continuano a invadere le case dei messinesi che vivono in quell’area.

Un’altra delle opere che potrebbe vedere la luce in tempi relativamente brevi è quella che riguarda il revamping del depuratore di Mili. Sono 2,5 i milioni di euro già stanziati in questo caso. Il progetto è ancora fermo alla fase della fattibilità tecnico-economica, questo per via di un aggiornamento dei prezzi.

Rete idrica e fognaria

Restando in tema acque, uno dei progetti più consistenti riguarda il potenziamento della rete idrica potabile a servizio dei villaggi tra l’Annunziata e la zona nord e tra Gazzi e Giampilieri. Per completare le due opere, sostituendo anche qui altri 150 chilometri di condotte colabrodo, sarebbero necessari 20 milioni di euro. 

Non è un caso se, ultimo rapporto “Ecosistema urbano” alla mano, nell’incrocio di dati di Legambiente la città peloritana registri perdite del 56,5% del prezioso liquido proveniente da Fiumefreddo. Uno degli annosi problemi che porta Messina alla sete in tempi di siccità, come raccontano le cronache dell’ultima estate.

Palazzo Zanca ha inserito come prioritario anche lo sdoppiamento della rete fognaria. Sono 30 i milioni di euro necessari per una messa in sicurezza delle acque nere, 10 i milioni per quelle bianche. La suddivisione consentirebbe una gestione più efficace delle acque meteoriche e reflue, riducendo l’impatto su ambiente e infrastrutture. Un’iniziativa cruciale, considerato l’incremento delle precipitazioni e dei fenomeni alluvionali che si sono verificati negli ultimi anni, coinvolgendo anche i tanti torrenti che attraversano proprio la città.

Eliporti e monitoraggio tsunami

Nell’elenco delle opere che potrebbero precedere i cantieri del Ponte, il Comune ha inserito anche la messa a norma di due eliporti, con l’inclusione di avanzati sistemi di monitoraggio e allertamento tsunami. Un progetto complessivo da 5 milioni di euro, che punta a rafforzare le infrastrutture di protezione civile nella zona, rendendole capaci di rispondere a eventuali emergenze naturali e utili durante i cantieri del ponte.

Risanamento Urbano e PinQua

Tra i progetti più articolati e di grande impatto sociale figura il completamento del progetto pilota del bando “Qualità dell’abitare”, che con il supporto del PNRR prevede il risanamento delle aree di Bisconte, Fondo Fucile e Rione Taormina. Con uno stanziamento di 23,4 milioni già previsto e un totale di 96 milioni, l’amministrazione messinese sta cercando una copertura finanziaria per le parti del progetto non ancora coperte. Un’opera che mira a riqualificare le zone più degradate – così come raccontato nei reportage dalle baraccopoli di Messina – e a migliorare le condizioni di vita per i residenti.

L’Ex Discarica di Vallone Guidari

Tra le richieste più urgenti c’è anche la messa in sicurezza dell’ex discarica di Vallone Guidari, nella zona di Tremestieri. Qui sono necessari circa 2 milioni di euro e c’è già il progetto esecutivo. In questo caso l’amministrazione chiede uno switch: sostituire la bonifica della bomba ecologica di Portella Arena- per anni al centro di vicende giudiziarie ora concluse che hanno tirato in ballo anche l’ex sindaco Accorinti – con quella di Vallone Guidari. 

Questo perché i fondi per la prima discarica, chiusa da anni, arriveranno da un finanziamento della Regione, che nel luglio 2022 ha approvato il documento di Analisi del rischio sito specifica dell’ex discarica di r.s.u., passaggio che avrebbe dovuto consentire ormai vicina la chiusura definitiva, dal punto di vista amministrativo e ambientale, di un vero scempio ambientale. Da allora sono trascorsi però due anni e nulla si è mosso in maniera concreta.

Urbanizzazione e infrastrutture

Infrastrutture sì, ma a beneficio della cittadinanza. Per il Comune di Messina è fondamentale la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria nelle aree edificabili di Sperone Est, con un budget di 8,6 milioni di euro. Si punta poi alla demolizione e ricostruzione del ponte ad arco (in totale stato di degrado, ndr) sulla via Vecchia Nazionale a Mili Marina, un collegamento strategico sia per la mobilità interna che come alternativa alla Statale 114. Il progetto costo del progetto è stimato in 5,9 milioni.

Tra gli interventi che hanno raggiunto una fase progettuale avanzata, si annovera la costruzione della via del Mare tra San Filippo (dove sorgerà una piattaforma di stoccaggio merci) e il porto di Tremestieri, con un budget di 16 milioni di euro. Prevista anche la sistemazione del torrente Papardo, che include una pista di emergenza per l’importante polo ospedaliero cittadino (3,8 milioni di euro). Entrambi i progetti sono in fase di completamento e potrebbero fornire miglioramenti tangibili alla viabilità e alla sicurezza locale.

Non mancano poi progetti in fase di studio preliminare o di fattibilità tecnica. Tra questi, il completamento della Panoramica dello Stretto fino a Mortelle (25 milioni) e la riqualificazione della litoranea nord, sempre per 25 milioni di euro. Altri interventi, come la manutenzione straordinaria delle strade comunali (altri 25 milioni), sono attualmente al primo stadio di progettazione, ma rientrano tra le priorità dell’amministrazione locale per migliorare le condizioni infrastrutturali. Per un futuro della città in parte ancora da ridisegnare. In attesa del collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto.

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