Dopo gli eventi estremi della Sicilia orientale verificatisi la scorsa settimana, c’è sempre più attenzione verso il meteo e i rischi per il territorio legati alle brutte condizioni del tempo. Ne abbiamo parlato con il meteorologo di 3bmeteo Andrea Bonina che ha analizzato ai “raggi x” le caratteristiche di venti, correnti, mare e orografia dell’Isola che ne stanno condizionando il clima.
“L’estate siciliana, culminata con il record di +48.8°C a Floridia dell’11 agosto, – ci dice Bonina – ha risentito fortemente di una marcata ingerenza dell’anticiclone subtropicale sul Mediterraneo.
Sulla base dei dati SIAS (Sistema Informativo Agrometeorologico Siciliano), in Sicilia lo scorso mese di agosto si è rilevato il più caldo quantomeno dal 2003 (anno di inizio d’attività della rete meteorologica).
Il dominio delle torride correnti nordafricane ha inoltre aggravato il già marcato deficit pluviometrico ereditato da un semestre per larghi tratti siccitoso: in diverse località dell’Isola, specie lungo la fascia costiera sudorientale, si è registrata una totale assenza di pioggia per oltre 100 giorni consecutivi, con un grave impatto sugli invasi idrici e sull’agricoltura. La stagione estiva ha inoltre lasciato in eredità temperature superficiali dei mari ben superiori alla norma, a tratti anche di oltre 3-4°C”.
“Un mare particolarmente caldo da solo non è sufficiente ad innescare fenomeni violenti o di stampo alluvionale. – continua Bonina – Va inteso, piuttosto, come un grande serbatoio di energia potenziale: il suo ‘contributo’ sulla stagione autunnale è fortemente dipendente dalle dinamiche meteorologiche che vanno ad instaurarsi a scala sinottica.
Semplificando il concetto, il surplus termico della superficie marittima è da intendersi come una tanica di carburante (o una polveriera), il cui innesco necessita di un fattore scatenante, di una scintilla. Il ‘trigger’ tipico dei fenomeni più intensi che interessano la Sicilia è rappresentato dall’ingresso dei primi impulsi di aria fredda sul bacino del Mediterraneo nel corso dell’autunno.
Il contrasto tra masse d’aria dalle caratteristiche differenti (calde e secche quelle in afflusso dal Nord Africa, più fredde e umide quelle di derivazione atlantica o scandinava) e l’estrema complessità orografica del nostro territorio concorrono alla formazione di centri di bassa pressione in grado di apportare fenomeni temporaleschi di rilevante entità.
In questo contesto, il mare più caldo della norma può esacerbare ulteriormente l’intensità delle precipitazioni e favorire la genesi di nubifragi a scala locale; le acque marine (ancora prossime ai 22-23°C in superficie) possono inoltre contribuire all’intensificazione e al sostentamento dei vortici depressionari in formazione tra le Baleari, il Canale di Sicilia e lo Ionio”.
“E’ il caso del ciclone “Apollo”, che ha assunto connotati simil-tropicali e ha tratto alimentazione proprio dal calore sensibile rilasciato dalle acque del basso Ionio. A livello climatologico, tali vortici di bassa pressione, che talvolta possono assumere caratteristiche assimilabili ad uragani in miniatura (da qui il termine “Medicane” > Mediterranean Hurricane), si osservano mediamente una volta all’anno sul Mediterraneo e impattano sulle condizioni meteorologiche italiane ogni 4-5 anni.
Il microclima siciliano, del resto, è da sempre fatto di estremi e di eccessi, di episodi: e così dopo 4-5 mesi di siccità ininterrotta, nel breve volgere di 48-72 ore su una parte del territorio può cadere oltre il 50-60% della pioggia normalmente attesa nel corso di un intero anno”.
“Una caratteristica che rischia di divenire ancora più estrema a causa del Global Warming, che ha comportato un incremento termico di circa 2°C in mezzo secolo e ha posto le basi per un’atmosferica ancora più calda e ricca di vapore acqueo. Occorre sensibilizzare l’opinione pubblica, ridurre le emissioni di inquinanti e di gas serra, investire sulla prevenzione, adeguare il tessuto urbanistico al rischio di fenomeni atmosferici violenti”.
“In continuità con quanto accaduto nell’ultima parte di ottobre, – continua il meteorologo – l’autunno continua a mostrare il suo volto più dinamico e instabile in Italia e sul Mediterraneo. Con l’anticiclone ormai relegato in aperto oceano, l’attuale quadro meteorologico è dominato da una rapida successione di perturbazioni, al momento più incisive sulle regioni centro-settentrionali della Penisola.
Un’ampia saccatura si estende dal Nord Atlantico alle Baleari, richiamando in risposta correnti piuttosto miti d’estrazione africana alla volta della Sicilia.
Il weekend trascorrerà con ogni probabilità all’insegna di temperature superiori alla norma in presenza di sostenuti venti di Scirocco (picchi di 25-27°C sui versanti tirrenici delle province di Palermo e Messina, intorno ai 20-22°C sull’area ionica), cieli a tratti grigi e lattiginosi per il transito di nuvolosità alta e stratiforme e locali piogge o piovaschi di scarsa rilevanza.
In seguito andrà monitorato il periodo compreso tra l’8 e il 12 novembre: un nuovo vortice di bassa pressione potrebbe isolarsi tra la Sardegna e le coste nordafricane, ponendo le basi per un incisivo peggioramento del tempo su gran parte del Sud Italia. Come di sovente accade con tali dinamiche, l’evoluzione è tuttavia affetta da importanti margini d’incertezza previsionale e andrà confermata nei prossimi aggiornamenti”, ha concluso Bonina.
Dunque sguardo in su verso il cielo, ricordandosi però che gran parte dei fenomeni violenti che stiamo vivendo in questi ultimi anni dipendono da noi e dal nostro comportamento.
Dario Raffaele